Regia di Aaron Lipstadt vedi scheda film
Un bel Sci-Fi che non sbava. La ribellione dell'androide Max 404 sembra più quella dei ragazzini dei primi anni '80, tutti casa e videogiochi. Con il commodore o l'amiga non fa importanza. Disubbidisce, ironizza, e soprattutto ha una grande tensione sessuale tipica di un adolescente che vuole rompere le catene e pure le proprie mutande.
Apprezzabile il ribaltamento delle prospettive. Noi crediamo all'inizio che i tre rifugiati siano persone che l'han scampata bella, in realtà sono tre evasi. E quando vediamo l'androide, sappiamo che ad un certo punto si ribellerà all'ordine costituito dal Dott. Daniel, e per questo dovrebbe risultarci il cattivo. E anche il dottore stesso, manipolatore di vite umane e non, non riusciamo a capire se è un personaggio da salvare o è proprio lui il principale cattivo della storia. Tutto infatti è mischiato con tutto, in una sceneggiatura veramente azzeccata in cui i dialoghi sono calibrati alla situazione e mai risultano banali o buttati lì. Certe soluzioni registiche, come alcuni accorgimenti nel montaggio, il parallelismo con "Metropolis" sotto una bellissima e già in sè evocatica canzone, sono un punto a favore di un film che pur arrivando dopo i "Guerre Stellari" e altri capostipidi del genere, riesce per freschezza e sobrietà a piacere da matti.
Straordinario Don Opper, che chissà perchè, essendo una creatura di Kinski, assomiglia incredibilmente al Nosferatu di Kinski del '78. Una scelta voluta? Un abbozzo di tema del doppio? O solo citazione? Fatto sta che aiuta l'efficacia dell'impatto dei personaggi nella storia e nel contesto. Inutile dire che Klaus Kinski interpreta un trascinante dottor Daniel sospeso tra lucida sperimentazione scientifica e folle manipolazione della vita. I suoi rosicati scatti d'ira sono però un fulmine a ciel sereno, che ci ricordano che sotto l'aspetto rassicurante di un bravo dottore, si nasconde in realtà il folle e fanatico Klaus/Dott. Daniel.
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