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Canterbury n°2. Nuove storie d'amore del '300

Regia di John W. Shadow vedi scheda film

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La recensione su Canterbury n°2. Nuove storie d'amore del '300

di mm40
2 stelle

Nel Trecento, lo scrittore Geoffry Chaucer trova riparo dal maltempo in una locanda dove comincia a raccontare alcune storie delle sue: mariti libertini e cornificati, mogli che sfuggono alla cintura di castità, doppigiochi, inganni, sotterfugi tutti finalizzati a un'unica cosa: accoppiarsi a più non posso.

 

Questa è una delle primissime regie per Aristide Massaccesi, già a lungo discreto direttore della fotografia e in futuro celebre con lo pseudonimo di Joe D'Amato, autore di infinite pellicole erotiche e pornografiche. Che Massaccesi amasse inventarsi estemporanei nomi d'arte è piuttosto noto: qui sceglie John Shadow, firma che sfrutta anche per la sceneggiatura. Il decamerotico fu una meteora del cinema nostrano dei primi anni Settanta: una serie di commedie a budget infimo ambientate nel medioevo che raccoglievano episodi a sfondo pruriginoso spesso privi della pur minima morale (a differenza dei racconti del Boccaccio o di Chaucer da cui si pretendeva una diretta discendenza 'letteraria'); questo Canterbury n°2 arriva a filone ormai esaurito, ma data la risibile qualità delle opere affini è comunque difficile trovarlo tanto inferiore alla media del genere. La 'colpa' principale di tutto ciò fu di Pasolini e dei suoi Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972) e Il fiore delle mille e una notte (1974), che sdoganarono tali tematiche e aiutarono in maniera decisa il cinema italiano a togliersi le briglie della censura; a fronte di questo modello, però, il decamerotico si propose spompato, con pochissime idee e mezzi indiscutibilmente miserrimi. Questa pellicola in particolare, va riconosciuto, viene confezionata con modesta attenzione, ma rimangono ben evidenti le scenografie e i costumi grossolani, i dialoghi pecorecci, gli interpreti semidilettanti (Rik Battaglia, Franco Mazzieri, Alex Rebar... siamo a ridosso dell'anonimato) e, a dirla tutta, perfino la colonna sonora dei fratelli De Angelis - che di presentazione non hanno bisogno - delude un po'. 2/10.

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