Regia di Tom Reeve vedi scheda film
Popolo compassato e ingessato nelle convenzioni per eccellenza, gli inglesi al cinema hanno successo quando il cliché si ribalta. Da Full Monty in poi, il filone degli “squattrinati organizzati”, che davanti alle difficoltà economiche buttano all’aria pudore e aplomb britannico per darsi ad attività poco ortodosse quando non sconvenienti, ha messo in fila commedie garbate e divertenti, da Svegliati Ned a Calendar Girls a L’erba di Grace. Cavalca quell’onda ormai stanca Holy Water, piazzando al centro della narrazione il consueto paesino sonnolento e tedioso, in cui un manipolo di ragazzotti elabora il consueto piano: questa volta si tratta di un furto ai danni di un furgone che trasporta Viagra. L’idea è di rivenderlo e farci i milioni, il risultato è che i bidoni di pastiglie blu si riversano nel pozzo del paese, trasformando giovani, vecchi e preti in amanti focosi e spostando il film dalla commedia pungente alla farsa boccaccesca. Per rimpolpare l’idea misera, lo script affianca ai cliché sui Made in England quelli sui Born in the Usa: una task force statunitense (capitanata da una Linda Hamilton con cui l’età non è stata clemente) sbarca nel paesello per occuparsi del furto, contrapponendo la sua super efficienza tamarra alla flemma british dei poliziotti locali. Il Viagra scorre a fiumi, ma la commedia resta moscia.
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