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Pan negro

Regia di Agustí Villaronga vedi scheda film

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La recensione su Pan negro

di bradipo68
8 stelle

Un bosco in cui un uomo che porta avanti un  carretto sente dei strani rumori. Si ferma, impugna un coltello a serramanico per difendersi ma viene attaccato alle spalle da un incappucciato che dopo aver tentato di strangolarlo lo finisce a colpi di pietra. C'è un bambino attonito che da dentro sente tutto, non ha il coraggio neanche di sporgersi perchè è paralizzato dalla paura anche quando l'incappucciato carica sul carro il corpo del padre mettendoglielo a fianco. Porta il carro per un altro tratto di sentiero nel bosco, benda il cavallo e lo porta sull'orlo di un precipizio e poi con un colpo sulla fronte lo fa cadere nel baratro con tutto il carro. 

Andreu è un bambino di una decina d'anni che sta tornando a casa attraverso il bosco e si trova di fronte il bambino,probabilmente anche un suo amico, che gli sussurra con i suoi ultimi respiri un nome, qualcosa da associare a un uccello raro(che alleva in voliera) oppure a una figura leggendaria chiusa in una caverna.

Del resto in che modo un bambino può intepretare una figura misteriosa come quella dell' incappucciato?

Ecco,se qualcuno si aspettasse che poi l'intreccio del film prescindesse da questo misterioso duplice omicidio si sbaglia.
Perchè Pa Negre, ultimo film del regista di culto Agustì Villaronga,  invece parte per altri lidi. Il mistero infatti non è il punto centrale del film è viene apparentemente svelato abbastanza presto. Il nodo centrale del film è la figura del piccolo Andreu che è costretto ad abbandonare la sua casa proprio per via di quell'omicidio di cui è sospettato il padre, figura di ribelle quasi romantica, uomo che mette gli ideali addirittura prima della propria vita. Il padre deve fuggire in Francia e lui deve riparare nella casa dei cugini, una casa di sole donne perchè nella Spagna poco prima della fine della fine della Seconda Guerra Mondiale gli uomini o sono impegnati col regime per mantenere l'ordine o sono alla macchia per combatterlo.
In mezzo possono stare solo i malati( vedi i ragazzi del sanatorio, con uno dei quali Andreu stringe amicizia e gli porta da mangiare perchè incuirosito dal mistero delle ali che quello dice di portare dietro le spalle, un'altra figura reale dai contorni sfumati nella fiaba) oppure personaggi come quello del maestro a prima vista innocui però pericolosissimi socialmente per ragioni che vengono spiegate durante il film.
Andreu impara molte più cose dalla cugina Nuria( una tipetta furastica e che ha l'aria di saperla molto lunga nonostante la sua giovane età) che dalla madre.
Il film parte proprio dal suo punto di vista per descrivere una Spagna che sembra essersi fermata al Medioevo, un villaggio fuori dal tempo e dallo spazio come circondato dai fumi delle leggende e dei miti ancestrali in cui i bambini imparano troppo presto cose che non dovrebbero sapere. Mentre i grandi perseverano nell'ignoranza spezzandosi la schiena in fabbrica in un mondo popolato solo di padroni e servi. E anche il piccolo Andreu sarà costretto a crescere molto più in fretta ma ben si adatterà rileggendo l'ambigua figura del padre in un modo nuovo.
Pa negre( il pane meno raffinato ad esclusivo consumo dei poveri mentre i ricchi mangiano un bel pane bianco fragrante) è un film che partendo dalle stesse ambientazioni e da suggestioni di film come La spina del diavolo o Il labirinto del Fauno se ne affranca per una visione diversa della realtà e per un impronta politica molto più marcata e comunque umanista dei film di Guillermo Del Toro. Non un apologo politico, non una fiaba gotica ma qualcosa che si pone in mezzo alle due cose, una sorta di manuale di sopravvivenza in un epoca oscura e oscurantista come quella del franchismo.
Tutto viene filtrato attraverso gli occhi dei bambini protagonisti che scoprono le atrocità che li circondano e scoprono l'assenza di uno dei beni più preziosi dell'uomo: la libertà che,  metaforicamente, viene evocata attraverso forme diverse (tipo l'allevamento di uccellini da voliera, la segregazione del padre, oppure il costringere Andreu ad andare a vivere come da adottato nella casa della ricca del paese).
Andreu deve scegliere tra ideali e volare alto, passare dalla parte dei padroni. E tutto questo gli vale il distacco dal padre( una delle scene più toccanti di tutto il film che provoca una profonda emozione). Una scelta non facile ma Villaronga la risolve senza ambiguità.
Andreu guarda la madre che si allontana verso la luce e inumidendo il vetro col fiato ne confonde ancora di più i tratti.


Andreu ha scelto.

Su Agustí Villaronga

regia ottima

Su Francesc Colomer

bravissimo

Su Marina Comas

ottima

Su Nora Navas

notevole

Su Roger Casamajor

la figura del padre, reale e ideale allo stesso tempo

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