Regia di Mario Bava vedi scheda film
Lavoro meno celebrato nella filmografia di Bava perchè poco compreso. In realtà qui il tema gotico è abbandonato in favore di un clima psicologico e realistico che vede, al centro della storia, un rapporto S/M.
Kurt (Christopher Lee) fa ritorno al castello di famiglia per essere molto male accolto dal padre (che lo ha diseredato) e dal fratello Cristiano (Tony Kendall). L'inattesa, quanto indesiderata, comparsa del barone ravviva la relazione "carnale" con Nevenka (Daliah Lavi) affascinante ex fiamma di Kurt, dalla tendenza masochista ed ora sposa del fratello. Una notte Kurt viene ucciso, con lo stesso pugnale utilizzato da una sua ex, suicidatasi per amore. Nevenka, sempre più immersa in un'atmosfera di insana attesa e di inconfessabile desiderio sessuale, è convinta di intravedere, quando non udire, lo spettro del perverso barone...
"Beato colui la cui trasgressione è rimessa. Beato l'uomo a cui l'eterno non imputa iniquità, nel cui spirito non è frode alcuna. Mentre io mi son taciuto, le mie ossa si sono consumate pel ruggire ch'io facevo tutto il giorno. Poiché giorno e notte la tua mano s'aggravava su di me, il mio succo vitale s'era mutato come per arsura. Io ti ho dichiarato il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Io ho detto: confessero' le mie trasgressioni all'eterno, e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato. Amen. Riposa in pace".
(Cerimonia funebre in onore della salma di Kurt, estratto da un salmo dell'Antico Testamento)
Quattro incappucciati rosso vestiti trasportano la bara con il cadavere di Kurt: è l'inizio di una calata senza freni nella mentalità distorta di Nevenka (Daliah Lavi), bellissima anima in pena, che rigetta la brutalità di Kurt (dunque la sua frusta) solo in apparenza, mentre nel profondo rincorre, desidera, richiama ed evoca -come un tulpa tibetano- il perverso e sadico fantasma "molto corporeo" di Kurt. La frusta e il corpo è un horror baviano solo per confezione, con una bellissima fotografia dai toni autunnali, ovvero marroni e gialli, ben resi da ambienti fievolmente illuminati da semoventi fiammelle di candela. Il succo, il senso (opera di una interessante sceneggiatura di Ernesto Gastaldi, anche aiuto regista), la prospettiva del film è qui però totalmente diversa... ovvero dalla parte di una donna che ama dare, concedere se stessa: nella mente prima che in corpo. Le sfumature sono dunque quelle di un film erotico, per quanto allusivo e sotteso, e basterà qui ricordare -in merito al contenuto morboso- le reazioni alla frusta di Nevenka, quando si contorce -mostrando una schiena rimarcata da ferite- dal dolore/piacere mentre geme, sospira, ansima, piange (estasiata) lacrime di piacere, più d'un paio di lacrime ad ogni frustata. Né si dimentica la reazione pavloviana, estrinsecata da un volto in stato di orgasmo, al rumore di rami che, picchiando sui vetri, vengono da lei percepiti come colpi di frustino sulla nuda pelle. Film minore nella filmografia di Bava, il ché s'intende un ottimo film per un regista medio. Perchè qui -in maggior misura che nei suoi più famosi gotici- il regista lavora in maniera sopraffina sulle immagini, dando sfoggio di una tavolozza cromatica esemplare, in perfetta linea con un argomento decadente e romantico, ben supportato anche dai bravi protagonisti e da una colonna sonora (di Carlo Rustichelli) particolarmente malinconica, tutta a base di pianoforte, che va a colmare quei pochi momenti in cui non spira vento o non esplode tempesta.
Tra i primi horror italiani, rappresenta un Bava leggermente distaccato dalla tematica gotica e più avvicendato verso territori mentali, verso rapporti a-sociali o d'amore/odio ben sintetizzati da un titolo che rimanda, per associazione, al S/M. La bella sceneggiatura, l'ottima regia (con predominanza d'uso di carrelli e soggettive), le convincenti interpretazioni (su tutte Christopher Lee) ed un intreccio indeciso tra razionalità ed irrazionalità (la presenza spettrale del barone Kurt) si fonde con un uso sapiente dalla (bella) fotografia.
Curiosità
Il direttore della fotografia è Ubaldo Terzano (accreditato come David Hamilton), ottimo tecnico omaggiato in anni più recenti dal buon Gabriele Albanesi nel riuscito horror Ubaldo Terzani horror show (2011).
Curiosità 2
"Avec Bava, Sade fait une discrète apparition sur les écrans. Ca valait la peine d'être signalé avec des lettres de feu".
(Ado Kyrou, Amour, érotisme et cinéma)
Curiosità 3
Il primo fu Riccardo Freda che, in occasione della distribuzione de L'orribile segreto del dottor Hichcock (1962), diede un taglio internazionale al film "anglicizzando" i nomi del cast tecnico artistico. Qui succede più o meno lo stesso: così nei titoli di testa Bava diventa John Old, Gastaldi è Julian Berry, Rustichelli come Jim Murphy, Luciano Martino è Martin Hardy e via "americaneggiando". Ed oggi possiamo solo sorprenderci per questo paradosso: ovvero che il gotico italiano ha fatto scuola nel mondo ed è stato più o meno copiato proprio dagli americani.
Il film è disponibile in Dvd nel catalogo Eagle Pictures. Ottima la qualità video (in 16:9); un po' meno quella audio anche se tutto sommato la traccia è abbastanza pulita. Nessun extra. La durata della versione si ferma a 1h23m13s.
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