Regia di Cèline Sciamma vedi scheda film
Partirei col definire questo una sorta di Docufilm che solo una donna avrebbe potuto scrivere e dirigere, uno spaccato sull'adolescenza e le sue sfaccettature intimo umane. Non nascondo che ho provato un filo d'imbarazzo nel vederlo e per chi si trova dotato di una sensibilità elevata non è difficile sentire la volontà d'intromettersi in una vicenda assolutamente verosimile, tecnicamente avrei preferito tagliare qualche secondo/minuto di visone Potionkiana a favore di una più esplicativa introduzione o retroscena/dialogo dei giovanissimi protagonisti, tutti bravissimi compreso e sopratutto la protagonista Zoe Heran a dir poco alienante, il tema è particolare e credo non ci voglia Freud per convenire con me che la scelta adottata dalla madre per sbrogliare l'introverso ed imbarazzante “problema” della figlia non sia stato un metodo ortodosso, metaforicamente parlando c'è chi per servire il minestrone usa il ramaiolo, chi il cucchiaione da servizio, Lei ha scelto una caraffa da 1lt. Personalmente avrei indagato, sull'esigienze della bimba sui suoi sentori assecondandola o cercando insieme a Lei una linea guida, va bo!, su un argomento del genere nel mondo si sono sprecati tonnellate di fogli, relazioni, documenti, tesi, etc, quindi mi limito a dire che merita vederlo, lo trovo educativo a tratti struggente ed anche se amarognolo, l'accennato sorriso della bimba nell'ultimi secondi del film sono un preludio ad una nuova e più serena esistenza.
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