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Bullhead - La vincente ascesa di Jacky

Regia di Michael R. Roskam vedi scheda film

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La recensione su Bullhead - La vincente ascesa di Jacky

di Mulligan71
8 stelle

Prima di emigrare in America per girare l'ottimo "The Drop", il belga Roskam esordisce in patria con questo stupefacente "Rundskop", che lo fa subito balzare agli onori delle cronache, finendo candidato per l'Oscar 2012, categoria film stranieri. "Rundskop", (o Bullhead nella traduzione anglofona, e tralascio, per pietà, la titolatura italiana), inizia come un noir in salsa fiamminga, un secco girotondo di piccola mafia locale d'intrallazzo steroideo, carni da macello, vacche e piccola delinquenza locale. Niente di speciale, pare, anche se lo sguardo e il cinema di Roskam sono già di ottima fattura. La svolta arriva poco oltre, con la figura di Jacky, il vero e unico protagonista del film, uno strepitoso, massiccio, Matthias Schoenaerts, che sale prepotentemente alla ribalta, introdotto splendidamente da un flashback che ci consegna le dolorose chiavi per comprendere e apprezzare anche tutto il resto della pellicola, che supera le due ore. Da quel momento in poi, "Rundskop" prende il volo, la storia di piccola malavita, di doppiogiochisti, sfuma lentamente come la nebbia di quei paesaggi e si staglia tutta la solitudine del protagonista, una montagna di carne, non diverso dai buoi solitari di cui lui stesso si occupa, strappato al mondo normale, se ne esiste uno predefinito, e gettato come il gobbo Quasimodo in una vita che non riesce ad accettare e che lo tiene distante dagli esseri umani. Diventa quasi un film sulla crescita, sull'infanzia negata, sulle amicizie che si trasformano, sugli amori impossibili, quasi un film di formazione. Eppure, tutt'attorno brulicano ancora le cose, gli ingranaggi stringono attorno a lui corde invisibili, ma il nostro sguardo rimane su questa gigantesca figura che eleva il film a vette molto alte. Un esordio davvero riuscito, un film diverso, dove insieme alla puzza di letame, al solito Belgio grigio e beone, c'è il suono e il canto di un'anima tormentata e infelice. Bellissimo, superiore al più trattenuto, convenzionale "The Drop".

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