Regia di John Ford vedi scheda film
L'ultimo film dovrebbe essere sempre così, esplorare la tematica portante del tuo cinema in maniera definitiva, dove la chiusura del cerchio è perfetta. In reltà Ford riesce ad andare oltre a far girare il cerchio in un cortocircuito storico, geografico e sessuale dopo il quale ogni parola o gesto artistico sarebbero stati superflui. La microcomunità in pericolo si sposta negli anni trenta del novecento, ma si sposta soprattutto in Cina nell'estremo oriente, il quale visto dall'America appare più vicino come ovest oltre oceano. In quel momento la frontiera è arrivata sul pacifico, la nuova frontiera diventa appunto il continente asiatico, dove i rossi diventano gialli e il cinese si sostituisce alla lingua degli indiani. L'eroe fordiano maschile virile e solitario, diventa femminile e anche se si nasconde in panni mascolini, per il resto è fordiano al 100%. In realtà e tutto il film ad essere al femminile ( guardare il titolo originale ) dove agli uomini è riservato il ruolo dei cattivi, degli indigeni aiutanti o dei pastori abusivi, comunque inadeguati a reggere il confronto di genere con le donne.La parabola dell'eroe è ora completa, dal bandito-eroe perdonato e ammogliato di Ombre Rosse, a quello utile nell'emergenza ma lasciato alla sua solitudine nei momenti normali di Sentieri Selvaggi, per finire appunto con l'eroe oltrechè solitario pronto a sacrificare il suo corpo femminile e la sua vita per salvarla agli altri membri della sua comunità.
L'eroe è morto. Viva John Ford.
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