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Medianeras - Innamorarsi a Buenos Aires

Regia di Gustavo Taretto vedi scheda film

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La recensione su Medianeras - Innamorarsi a Buenos Aires

di mariacarlazizolfi
8 stelle

L’opera seconda dell’argentino Gustavo Taretto porta i segni del suo passato di fotografo e visual artist. Il regista non fa mistero dei suoi modelli, e il film contiene un omaggio esplicito al cinema di Woody Allen.  Così come "Manhattan" dichiara  l'amore per una donna e per una città, Medianeras è la più classica delle storie romantiche raccontate al cinema, con un terzo protagonista – Buenos Aires -  che s’intromette nelle dinamiche di coppia formando uno strano triangolo.  Nell’era dell’amore virtuale, le difficoltà relazionali tra gli abitanti della megalopoli argentina sono rispecchiate dalle sue caotiche strutture urbane. I nostri protagonisti vivono nello stesso palazzo, in monolocali minuscoli soprannominati “scatole da scarpe,” patendo un isolamento materiale e spirituale. Così, con un gesto rivoluzionario decidono di aprire una finestra sul mondo (fisica, ma anche metaforica) nella parete meno importante di tutte, la “medianera” che non ha sbocco sulla strada.

“Il vero amore ti troverà alla fine” sussurra Daniel Johnston, e noi come lui tifiamo fino all’ultimo per i protagonisti Mariana e Martin, la cui spontaneità e freschezza sorprende tanto quanto il tocco lieve e spesso divertente del regista nel raccontare i problemi della generazione dei trentenni/laureati/disoccupati/eterni adolescenti - è geniale l’ammasso di oggetti collezionata da Martin, a partire dalla spada laser (funzionante!) di Guerre Stellari. Presentato alla Berlinale lo scorso inverno, accolto con grandi applausi al 2011 BFI Film Festival a Londra ad ottobre, prossimamente sugli schermi italiani con Bolero Film: speriamo che Medianeras trovi il successo che merita.

Sulla trama

Buenos Aires: Martin è un programmatore web che soffre di attacchi di panico e vive con il cagnolino della sua ex, Mariana è un’architetta che, nell’attesa di trovare un lavoro vero, decora le vetrine di negozi d’abbigliamento e cerca di dimenticare la sua ultima relazione. Sono fatti l’uno per l’altra, ma quanto tempo ci vorrà prima che riescano a trovarsi in una città di tre milioni di abitanti, e vivere per sempre felici e contenti?

Sulla colonna sonora

Classicissima la scelta delle musiche non originali (rispunta l'evergreen "Ain't no mountain high enough" di Marvin Gaye, che nell'entusiasmo contagioso della storia ci sta) con qualche punta di romanticismo meno mainstream -  "True love will find you in the end" nella versione originale gracidata da Samuel Johnston.

Su Gustavo Taretto

Al suo secondo film e primo lungometraggio, Taretto dimostra già una sensibilità matura e una notevole padronanza dell'immagine. Resta da chiedersi perché, negli ultimi anni, molto buon cinema (o almeno, il cinema che passa dai festival) sia opera di visual artist, illustratori o fotografi "migrati" dall'immagine statica a quella in movimento - è il caso di Mike Mills con "Beginners" e di Miranda July con "The Future," usciti entrambi nel 2011. In Medianeras, e lunghe sequenze di fermi immagine/scatti di Buenos Aires sono pezzi di bravura e di lirismo, ma la reiterazione della tecnica alla lunga può venire a noia, risultando un po' troppo didascalica.

Su Javier Drolas

Una delle tante sorprese del film, attore di teatro di cui si sa pochissimo e che esordisce al cinema proprio con Medianeras. Un talento spontaneo, autoironico e seducente.

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