Regia di Richard Loncraine vedi scheda film
Charles torna in Inghilterra dopo dieci anni spesi in Africa come missionario; il suo unico desiderio è sposare finalmente la fidanzata, ma un nuovo incarico da parte del vescovo lo assorbe subito: creare un rifugio per le ragazze di strada. Ottenuti i finanziamenti di una nobildonna, Lady Ames, non del tutto disinteressata, Charles comincia a riempire un edificio di prostitute, al cui fascino però è difficile resistere.
Il primo vero lavoro ‘solista’ a tutti gli effetti per Michael Palin, per la prima volta insomma distaccatosi completamente dagli altri ex membri dei Monty Python’s, è questo Il missionario, nel 1982. Pellicola da lui stesso scritta e interpretata come protagonista, vede alla regia Richard Loncraine, non molto esperto ma comunque abbastanza per confezionare un lavoro pulito e decorosamente rifinito. Decoroso, sì: Il missionario – nonostante qualche scenetta più o meno sexy e argomenti non sempre casti – è un film assolutamente decoroso, ma che non si spinge molto oltre a tale definizione; il classico compitino ben fatto, ma senza una vera anima. La satira sociale è pressoché nulla, la critica all’Inghilterra perbenista (anche a quella contemporanea, pur essendo la storia ambientata all’inizio del Novecento) è francamente leggerina, di battute memorabili non ce ne sono (probabilmente l’unica trovata degna di nota è quella del maggiordomo che si perde dentro all’immensa villa in cui presta servizio) e il lieto fine non manca, e non potrebbe mancare: tutto qui. Effetto speciale, per così dire, ben funzionante è la presenza di Maggie Smith come – ottima, manco a dirlo – coprotagonista; fra gli altri elementi del cast ci sono poi Denholm Elliott in una parte marginale, Phoebe Nicholls, Trevor Howard e Michael Hordern. La produzione, Handmade film, è dell’amico di Palin, ex chitarrista dei Beatles, George Harrison. 4,5/10.
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