Regia di Matteo Cerami vedi scheda film
In uno stabilimento balneare di Ostia, gestito da Maurizio (Giallini), si avvicenda un variegato bestiario umano. C'è il cleptomane smemorato (Proietti), la diva dello spettacolo (Bonaiuto), lo iettatore (Pistoni), due amici non proprio leali, una coppia di lesbiche, un uomo con un pappagallo, un aspirante suicida (Fantastichini), la madre tretraplegica del gestore (Occhini) e altri ancora.
Vincenzo Cerami - che come sceneggiatore è morto e defunto da oltre vent'anni (da allora solo pessimi copioni con Benigni, Veronesi e Albanese, a mortificare gli ottimi lavori cofirmati con Citti, Monicelli, Bellocchio, Giuseppe Bertolucci e Amelio) - ritorna col figlio Matteo sulle ambientazioni di Casotto, diretto nel 1977 da Sergio Citti, con un film che vorrebbe aggiornare quell'umanità strampalata ai vezzi dell'italiano degli anni '10. L'operazione si muove tra il pecoreccio e le banalità più spinte, toccando l'apice con il pappagallo che dice vaffanculo e l'ormai immancabile carretta del mare che scarica clandestini sul litorale laziale. Senza un briciolo di satira e di analisi sociale. Balneare.
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