Regia di Isao Takahata vedi scheda film
Lo Studio Ghibli è da sempre nome sinonimo di qualità sia per rappresentazione estetica che per messaggio e fantasia.
Così anche in questa circostanza, pur non essendo ai livelli del maestro Miyazaki, si tratta di un film nel quale valori, tradizioni ed idee viaggiano spesso radiosamente a braccetto.
Lo sviluppo della New Town, con il cemento che sostituisce il verde, mette a repentaglio l’esistenza di una comunità di Tanuki, creature in grado di mutare la propria sembianza da pacati roditori in qualunque cosa vogliano (oggetti, uomini o animali che siano).
Lotteranno contro gli umani per fermare un processo ormai irreversibile, tra atti di teppismo per spaventare gli operai al lavoro e magiche processioni per incantare la gente normale.
Film che è una sorta di riuscito connubio tra studio antropologico dei Tanuki (creature magiche legate alla tradizione nipponica) e contrasto tra l’invasione edilizia (e non solo) degli umani e una natura i cui spazi sono sempre più messi in pericolo, e quindi ristretti, dal progresso.
Ma è anche un’efficace fotografia tra il passato, fatto di ricordi ed una vita diversa per tutti, ed un presente/futuro sempre più caotico ed uniformato, non più in grado di ascoltare.
Come sempre in questi casi la fantasia prende il potere e si unisce in maniera brillante alla forza di un messaggio che non passa mai di moda (anche se probabilmente negli anni in cui questo film fu realizzato era molto più forte e sentito come tema).
Così si sorride candidamente per i modi di fare e per le tante fantasiose trasformazioni del gruppo di animali (in grado di sbavare per un panino di McDonald, emettere flatulenze, festeggiare alla prima ghiotta occasione e scoraggiarsi di fronte alle avversità), ma allo stesso tempo si è spinti a pensare di fronte ai valori soverchiati da necessità che sembrano non poterne più tener da conto.
E non mancano squarci di vivace poesia, vedasi per esempio la lunga processione nel nuovo quartiere che incanta tutti i presenti (anche se non ne afferrano il profondo significato) che impreziosiscono un prodotto di animazione corposo (anche per la durata … capita di rado di assistere a film così che durino circa 110 minuti), probabilmente non ai (comunque altissimi) livelli dei migliori rappresentanti del filone prodotto dallo Studio Ghibli, ma comunque godibilissimo.
Una piccola e leggera lezione che vale la pena ascoltare e non lasciar scivolare via (vedere il disincantato finale tra una distesa di case ed un campo da golf nuovo posto di ritrovo).
All’altezza.
VOTO : 7/10.
Buone idee rappresentative, così come lo è pure lo spirito di fondo.
Meno appariscente e dotato del maestro Miyazaki, ma comunque assolutamente capace.
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