Regia di Alexander Mindadze vedi scheda film
Un film sulla tragedia della centrale atomica di Chernobyl in Russia, vista da un punto di vista più personale; la disperazione e la consapevolezza da parte di un giovane attivista politico della tragedia che incombe e la fuga che si propone e che propone a cui non risponde nessuno ed anche lui stesso rimane vittima di questa inspiegabile febbre di incredulità. La tensione del protagonista è messa in primo piano e ci conduce nei vicoli della mentalità russa; il fattore della responsabilità politica è messo in evidenza nella parte inziale, e dovrebbe essere meglio evidenziato il periodo storico che stava attraversando l’Urss in quel momento, cioè la vigilia di una crisi politica inesorabile, siamo infatti nel 1986 e quindi la trascuratezza e l’approssimazione con cui certi monumenti nazionali erano stati costruiti e gestiti non più in ombra ai più, ama ormai a tutti noti con aggiunta elle terribili conseguenze, a cui la stessa popolazione non arrivava a credere, appunto perché ancora sotto l’onda ottimistica. Il regista pur mettendo in campo questi argomenti non riesce a gestirli nella maniera giusta, ma li disperde un po’ girando vuoto, e perde un’occasione enorme sia di argomento che di cinema. Mi ha colpito la scena finale dove con un’ angosciante fotografia si descrive la consapevolezza della tragedia
una trama importnate n
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