Espandi menu
cerca
Midnight in Paris

Regia di Woody Allen vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Midnight in Paris

di mc 5
10 stelle

Ogni volta che mi trovo di fronte ad una visione che mi appaga in modo definitivo e totale, la mia reazione è talmente "invasiva" da procurarmi uno stato di piacevole alterazione che potrei sintetizzare col titolo di una famosa canzone, "confuso e felice". E anche stavolta, puntualmente, sono stato travolto da quel (come lo vogliamo chiamare?) "blocco del recensore", che mi inibisce impedendomi a lungo di spiccicare (digitare) parola di fronte allo schermo del pc. Finchè, in un pomeriggio freddissimo, trastullato dalle onde radio in sottofondo della mia emittente bolognese preferita, e complice anche un favoloso thè caldo, qualcosa ha cominciato a sciogliersi. "Midnight in Paris" è uno dei migliori Woody Allen mai visti. Tocco leggero, ironia lieve sparsa a piene mani ovunque, sguardo intelligente, macchie sapienti di pessimismo, nostalgia, malinconia; e ancora: cultura, surreale follia e cenni blandi ma ficcanti all'attualità politica. Insomma tutte le cose più belle e geniali che attengono allo sguardo di un cineasta sull' Uomo, qua sono presenti nella loro forma migliore. Ma soprattutto vorrei focalizzare ciò che è marchio distintivo di Allen fin dai suoi lontani inizi, vale a dire la sua conclamata attitudine a coniugare in perfetta armonia tre elementi quali intelligenza, ironia e buon gusto. E su quest'ultima dote vorrei soffermarmi. Allen è campione di un cinema che è l'antidoto più afficace contro la volgarità e il cattivo gusto. Dal suo sguardo sono banditi ammiccamenti ed espedienti banalmente ruffiani. Egli è un cineasta che può permettersi ormai di fare quello che vuole. Tuttavia, nonostante la sua fama gli conferisca enorme potere contrattuale, egli si è visto più volte costretto a scontrarsi con le esigenze del mercato. In questa ottica va visto l'Allen che abbandona l'America e vaga per l'Europa. In altri termini, egli è portavoce di un cinema intelligente e sofisticato che non è destinato ad essere consumato da un pubblico massificato, onnivoro e televisivo. Questo implica che anche a un autentico Maestro come lui, capita di vedere i produttori del suo Paese nicchiare quando si tratta di "aprire la borsa". Ebbene, Woody in questi casi non fa una piega e trasferisce i suoi bagagli in Europa, continente dove ha girato film (poi qui come sempre si va a gusti) che sono a mio avviso uno più bello dell'altro. Caso felice di un brillante regista che non ha mai svenduto la propria Arte. E mai lo farà, consapevole di una conquistata identità artistica granitica ed indiscutibile. E consentitemi di affermare che nell'America degli Apatow e delle "Notti da leoni", dove cineasti furbi e ruffianissimi dettano la linea, beh, il cinema di Woody Allen (sofisticato? snob? ecchissenefrega) è merce più che mai preziosa. Alla faccia di un mercato che mai come ora sconta la crisi di idee con il ricorso facile e sicuro a sequel e prequel quasi sempre inutili quanto magniloquenti e costosissimi. Non sarà facile sintetizzare nello spazio residuo un tale cosmo di leggerezza, intelligenza e fine ironia. Del film si sta parlando molto, anche perchè da un paio di settimane esso staziona al comando del box office, per cui si suppone che la trama sia ormai nota. Siamo a Parigi, ai giorni nostri. Un piccolo gruppo di turisti americani (quasi una famiglia) alloggia in un albergo per una breve vacanza parigina. Gil è uno scrittore in crisi d'ispirazione e di innata indole sognatrice, Inez ne è la fidanzata, ordinaria e prevedibile. A completare la "squadra", i due genitori di lei, fedelissimo specchio di una coppia americana super conservatrice, probabilmente orientati verso le teorie del "Tea Party", in ogni caso sicuramente anticomunisti viscerali. Gil non è che sia chissà quale fervente democratico, ma è senz'altro dotato di una visione della società e della cultura piuttosto anarchica e visionaria, e dunque anni luce distante dal pregiudizio reazionario dell'anziana coppia. Questa sua difformità lo spinge ad isolarsi, soprattutto la sera, quando Gil alla ricerca di un pò di pace con sè stesso prende a vagare solitario per le stradine di Parigi. Ed è a questo punto che accade uno di quei miracolosi corto circuiti temporali che solo il cinema consente di realizzare, complice la fantasia di un grande Scrittore di film come il Maestro Allen. Gil precipita in una dimensione tra l'onirico e il visionario in cui tutto è possibile. Precisamente nella Parigi degli anni 20, incontenibile e timultuosa di cultura e di creatività. Impossibile sintetizzare ciò che accade in quelle notti parigine. Troppi e troppo intensi gli incredibili incontri notturni di Gil. Ernest Hemingway, Gertrude Stein, Matisse, Bunuel, Salvador Dali, Man Ray, Picasso, Scott e Zelda Fitzgerald, Cole Porter, Lautrec...sono solo alcuni dei nomi. Decisamente geniale è lo stile con cui il regista-sceneggiatore ha impostato e sviluppato questi incontri, rendendoli eccitanti allo stesso modo sia per il nostro stupefatto Gil, sia per lo spettatore in platea, entrambi in preda ad un sogno ad occhi aperti. Assistiamo così all'irruenza spavalda di Hemingway o alla svagata mondanità di Fitzgerald: solo andando al cinema si può toccare con mano tanta delizia creativa. Ma sarà la splendida Adriana (amante sia di Picasso che di Hemingway) a far perdere la testa a Gil, il quale sarà costretto ad una resa dei conti con sè stesso, trovando dunque la forza di dare un taglio netto ad un presente che non gli dà più alcuna soddisfazione. E avrà scelto la cosa giusta: perchè avrà sostituito una fidanzata odiosamente reazionaria con un giovane amore parigino carico di sorrisi e di promesse. Sotto la pioggia, parlando di Cole Porter. Questa era la vicenda nella sua struttura essenziale. Ma poi Allen arricchisce la visione con varie iniezioni di pura genialità. Per esempio uno stralunatissimo investigatore privato che si ritrova a viaggiare nel passato. Oppure una coppia di amici americani trovati per caso nello stesso albergo: due formidabili ritratti di antipatici da manuale. Di questo film conservo ricordi davvero scolpiti nella mia memoria cinefila. Come i primi cinque minuti di un prologo in cui Allen, accompagnato da un impagabile sottofondo jazz, ci mostra gli angoli più suggestivi di Parigi. Oppure la foga irresistibile con la quale un affascinante Hemingway espone la sua visione del mondo. E poi le languide passeggiate notturne di Gil e Adriana, quest'ultima impersonata da una pazzescamente seducente Marion Cotillard. Ma è opinione condivisa da molti che il genio di Woody si esprima al massimo durante una breve ma indimenticabile sequenza: Adrien Brody che dà vita ad un clamoroso Salvador Dali, in una di quelle performance che richiamano la standing ovation. Allen è bravo come di consueto nella direzione degli attori, mettendoli anche questa volta nelle condizioni di dare il loro meglio. Owen Wilson è uno dei migliori alter ego di Woody che si siano visti nella filmografia del Maestro. Rachel Mc Adams è bravissima nel ruolo della fidanzata ordinaria e antipatica, anche se poi in realtà sfoggia sempre quel suo incantevole viso da cerbiatta. Della gigantesca, seppur breve, performance di Adrien Brody ho già riferito. Superlativa e sublime una Marion Cotillard che si propone in un inno al romanticismo e alla seduzione femminile. Un cenno per il cameo del comico francese Gad Elmaleh ("Una top model nel mio letto"), nel ruolo dello stralunato detective. Super professionale come la conosciamo la veterana Kathy Bates. E un cenno particolare lo riserverei a Michael Sheen, il quale, con una magistrale attenzione alle sfumature, dipinge un impagabile ritratto di uno dei più formidabili "antipatici" mai visti sullo schermo (figuratevi che nel film viene definito "il pedante"!). Concludendo. Dopo il "Miracolo a Le Havre" di Kaurismaki, ecco un altro miracolo francese. Bancarelle vintage...le rive della Senna...le strade di notte...Un film splendido e leggero. Leggero come la pioggia che cade su Parigi.
Voto: 10

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati