Regia di Joe Johnston vedi scheda film
Direi che tra tutti i film che hanno anticipato “The avengers” questo è quello che mi è piaciuto di meno (va anche detto che per lo più li adoro), un po’ per la natura dell’eroe (che tra patriottismo americano e desiderio di andare in guerra non acchiappa molto la simpatia generale o per lo meno non la mia) un po’ per come è imbastito.
Non che ci siano disastri incredibili, ma molte scelte a monte, ed alcune in campo, non portano a risultati in grado di andare oltre ad una medietà che solitamente i prodotti targati Marvel sanno dribblare senza tanti ostacoli.
Steve Rogers (Chris Evans) è un esile ragazzo che vorrebbe tanto essere arruolato tra le file dell’esercito ed andare in Europa per combattere in prima persona i nazisti, ma è sempre scartato per la sua stazza minuta.
Ma poi un dottore (Stanley Tucci) gli presenta la grande occasione e con parecchi chili di muscolo in più (e pure qualche centimetro) riuscirà ad attraversare l’oceano, dapprima per cercare di portare il buon umore tra i soldati con il suo vestito di scena, poi impegnandosi in missioni sempre più rischiose per sconfiggere il pericoloso Teschio Rosso (Hugo Weaving) che con la sua organizzazione (Hydra) punta a conquistare tutto il mondo.
Operazione fin troppo corretta che, al di là degli importanti mezzi a sua disposizione, non riesce ad andare oltre ad una proposizione ordinata con pochi aspetti in grado di far accendere la passione o il divertimento più sfrenato.
Così la prima ora è tutta dedicata alla lunga introduzione del personaggio di “Captain America”, dai primi patemi d’animo del giovane Rogers, alla nuova forma del papabile eroe (non ancora sdoganato da ruoli di puro contorno), diciamo un po’ troppo alto come minutaggio per quanto vi è in scena.
La seconda parte invece è ricca di scontri, personali e di massa (ma senza esagerare), con un buono spettacolo di base, ma senza elementi in grado di lasciare a bocca aperta e con alcune licenze sulla credibilità delle azioni che fanno storcere il naso (penso per esempio all’assalto finale alla fortezza nemica).
Così anche i vari personaggi di supporto non sfondano (vedasi l’agente Carter), magari pungono solo in una o due situazioni (il colonnello interpretato da Tommy Lee Jones) o, come nel caso del villain di turno, non vengono sfruttati per tutte le loro potenzialità (anche il padre di Tony Stark poteva fornire qualche scossone in più di quanto non faccia).
Insomma mi è sembrato un film un po’ inespresso, più necessario per dare il via libera a “The avengers” (col quale si collega alla perfezione) che per dare sfogo a idee e stimoli all’altezza di un prodoto d’intrattenimento di alta fascia.
Pienamente sufficiente, ma nettamente sotto la media dei prodotti ricavati dal dorato mondo Marvel.
Il nome non appagava e così in fondo è stato.
Valorizza appieno le fasi più dinamiche, ma non riesce ad aggiungere pregnanza alla storia che racconta.
Bravo nel suo campo, spesso deludente quando si tratta di aggiungere qualcosa in più.
Chiamato in un ruolo molto sentito dai suoi compatrioti riesce ad essere molto partecipe e se qualcosa non funzione non è certo colpa sua.
Bravino.
Dopo "Matrix" è stato spesso chiamato in causa, ma anche qui, è il villain della situazione, non l'hanno sfruttato benissimo.
Capace, ma poco valorizzato.
Con uno sguardo ti trafigge quando vuole, ma poi troppo spesso è chiamato ad azioni troppo di routine.
Altro spreco, ma in ogni caso non deludente in toto.
Più che sufficiente.
Piccola parte, ma ben fatta.
Poteva avere uno spazio maggiore.
Sufficiente.
Non gli si chiede molto e fa ciò che deve.
Pienamente sufficiente.
Riesce ad essere profonda e partecipe.
Discreta.
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