Regia di Joe Johnston vedi scheda film
Capitan America nasce sulle tavole della Timely negli anni quaranta. E' un fumetto di propaganda contro il nemico nazista, che negli anni cinquanta cessa la sua vita editoriale. Negli anni sessanta Stan Lee, con l'espediente narrativo di farlo ritrovare ibernato, lo riesuma sulle pagine della Marvel e ne fa un uomo fuori dalla propria epoca che deve confrontarsi con un mondo in cui non si riconosce appieno. Con gli anni e le inevitabili rivisitazioni dovute alle linee editoriali Marvel che si sono succedute, il personaggio ha perduto la graniticità e la monoliticità delle origini, non più difensore dell'America ma di quei principi di libertà che dovrebbero esserne alle fondamenta. Ha assunto così posizioni "contro", ogniqualvolta quei principi sono stati traditi dalla nazione ed il personaggio ne ha guadagnato in umanità. Di tutto ciò, nel film non rimane alcunché. Ad eccezione di Erskine, tutti i personaggio sono sull'insulso andante. Non c'è emozione nè trasporto e la trama potrebbe riassumersi in un "Capitan America arriva e il Teschio Rosso fugge (e non si capisce poi il perché)". La sola cosa riuscita è la ricostruzione degli anni quaranta e di una sorta di ingenuità di fondo tipica dei comics dell'epoca. Ecco, questo è quanto rimane del Capitan America su carta a stelle e striscie.
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