Regia di Joe Wright vedi scheda film
La giovane Hanna (Saoirse Ronan) vive col padre Erick (Eric Bana) in una foresta del Nord Europa, in completa solitudine e in condizioni di forzato disagio. La ragazza è stata allevata come un cyborg: condizioni di vita difficoltose (si procura il cibo da sola, è abituata a prove fisiche debilitanti), straordinaria preparazione fisica e nozionistica, ma pessimo processo di socializzazione. La famiglia di Hanna (la madre assassinata e il padre agente segreto) ha un passato misterioso, ma soprattutto una conflittualità latente con Marissa Wiegler (Cate Blanchett), uno spietato agente segreto sulle tracce di Hanna e di suo padre…
Ritmato thriller originalissimo e ricco di azione (i dialoghi sono ridotti al lumicino), in giro per mezza Europa ed il Nord Africa, con la bravissima Ronan a sfoggiare arti marziali e impenetrabile glacialità, tenendo fede benissimo per tutto il film al suo personaggio originale e memorabile, sensibile al richiamo della musica, della spensieratezza adolescenziale e di tutto quanto non ha potuto esperire personalmente. Il duello all’OK Corral, nel bellissimo finale, contro la spietata Marissa (e prima ancora quello del padre contro gli inseguitori neonazisti e con metodi che ricordano i drughi di “Arancia Meccanica”) è memorabile. Nonostante il film, nel dispiegare l’arcano iniziale risulti un po’ troppo banale (è il padre che lo spiattella in quattro e quattr’otto alla figlia) e si regga su forzature che fanno un po’ storcere il naso (Hanna non conosce l’elettricità, ma fa ricerche su internet), è decisamente un prodotto che funziona.
Notevole la colonna sonora con pezzi di musica elettronica e psichedelica firmata dai Chemichal brothers, regia mai banale, caratterizzante, ad opera di Joe Wright (che in alcuni casi tradisce il suo passato da autore di videoclip musicali), bravi tutti gli attori, splendide ed indovinate tutte le location.
È innegabile come questo “Hanna” sia un film originale ed appassionante, con poche parole e molti inseguimenti, rari momenti statici e molte pallottole: così come un action thriller dovrebbe essere.
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