Regia di Lance Hool vedi scheda film
Il colonnello Braddock, prigioniero in Vietnam a dieci anni dalla fine del conflitto, riesce a evadere dal lager in cui si trova. Ma prima di darsi alla macchia, decide di portare via con sè i suoi commilitoni superstiti nel campo.
Se Rambo (1982) aveva riscosso enorme successo e Missing in action (Rombo di tuono per il pubblico italiano) se ne era messo in scia due anni più tardi, ecco che alla produzione di un secondo capitolo della saga con protagonista Stallone non poteva mancare il debito secondo capitolo anche per Chuck Norris: Missing in action II, che per il pubblico italiano - perchè i traduttori nostrani hanno il tocco indiscutibile del genio - si intitola Missing in action. Un pasticcio del genere d'altronde succede anche per Rambo (titolo italiano), in origine First blood, il cui ennesimo sequel Rambo (titolo americano) diventerà sui nostri schermi John Rambo (2008). Dettagli a parte, Missing in action II è un lavoro assolutamente dignitoso, un action tutto esplosioni e violenza gratuita che reca in sè i segni distintivi dell'epoca storica in cui viene girato, nonchè della provenienza geografica degli autori: una morale Usa-centrica da lasciare imbarazzati attraversa la sceneggiatura firmata da Steve Bing, Larry Levinson e Arthur Silver, mentre del culto dell'immagine dell'uomo strapotente (e strafottente, senz'altro) è intriso il personaggio interpretato da Chuck Norris. Un protagonista monolitico, non eccelso come attore, ma certo efficace nella sua brutalità e nella fisicità dirompente; una valanga di azione a base molto spesso di armi da fuoco; una vendetta programmata con spietata lucidità da un buono che predilige le maniere forti, anche perchè in questo caso i cattivi non hanno alcuna attenuante e sono trattati di conseguenza come carne da macello fatta e finita. Esordio registico per il produttore Lance Hool: non male, tutto sommato. Inutile sottolineare che di Missing in action sarebbe bastato il primo: ma i cultori del genere e del protagonista, è chiaro, la pensano diversamente. 3,5/10.
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