Regia di Philippe Le Guay vedi scheda film
Una favola d’amore. Una Cenerentola in salsa bourguignonne, con tanto di principe azzurro (Fabrice Luchini) – non esattamente un giovincello – e la bellissima e giovane domestica (Natalia Verbeke) che prima è corteggiata e il cui cuore pian piano si gonfia. Presentata in anteprima fuori concorso al Festival di Berlino 2011, quella diretta dal regista/sceneggiatore Philippe Le Guay (apprezzato nel 2013 il suo Molière in bicicletta) è una piccola commedia piacevole e delicata. Che comunque non manca di mollare stilettate. Soprattutto all’alta borghesia parigina (ma potrebbe essere anche romana, londinese, newyorkese, eccetera), dalla sensibilità paralizzata nei confronti delle cose davvero basilari dell’esistenza e travolta da impegni quotidiani a dir poco superflui. In questo senso alcune situazioni sono forzate e al limite del caricaturale. Troppo rapida la redenzione della moglie del ‘principe’ (Sandrine Kiberlain). Detto di Cenerentola, si può intuire che la storia non sia per nulla originale. Anche se il gruppo delle donne del sesto piano di cui nel titolo (tutte brave le interpreti) è l’ingrediente imprescindibile per rendere la pellicola ben farcita di umorismo e ottimismo. Bella la fotografia di Parigi. La soluzione della vicenda non è facile da immaginare nella realtà.
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