Regia di Philippe Le Guay vedi scheda film
Il fatto che i cugini francesi ci abbiano ormai, e da tempo, soppiantato nella commedia non è certo un mistero, ne tanto meno una novità, ma fa sempre un enorme piacere trovarsi dinnanzi ad un film piacevole come questo in grado di posare il suo sguardo su tempi andati, ma senza mancare ai allacciarsi ai giorni nostri (nel film abbiamo donne spagnole che sono scappate dalla Spagna franchista, oggi abbiamo esempi da ogni dove).
Parigi anni sessanta, la vita di Jean-Louis Joubert (Fabrice Luchini) scorre tranquilla nel lusso quando, in seguito dell’assunzione di una nuova domestica di origine spagnola, entra in contatto con le donne che vivono al sesto (fatiscente) piano del suo pregiato stabile.
Passo dopo passo entrerà sempre più a contatto con loro, grazie anche alla presenza della bellissima Maria, riscoprendo i veri valori della vita.
Lo sfarzo non è tutto, anzi trovare una bella ragazza gli farà riscoprire che le difficoltà si possono superare senza tanti problemi quando il cuore ricomincia a battere davvero.
Commedia vivace che parlando del ieri non rinuncia di certo a inserire rimandi all’odierno, anzi la costruzione è tanto più intelligente e perspicace appunto perché gli appigli sono evidenti.
Una bella storia, fatta anche di ovvietà, ma soprattutto di tante piccole dinamiche (come la latrina intasata o il gioco di squadra delle donne spagnole) che costituiscono poi lo scheletro di tutta la vicenda, le parole sono pesate, ma anche ben spese ed il ritmo è sempre tenuto nella modalità giusta (spigliato, ma non troppo).
In più, una buona attenzione all’insieme non manca mai, il sorriso, quello più genuino, è sempre dietro l’angolo, anche qualche battutaccia fa capolino (vedasi quando il suo figlio più giovane rivela di voler fare il ginecologo da grande), mentre la costruzione trova man mano tante felici soluzioni.
Solo sul finale, comunque tutt’altro che irrilevante a livello cinematografico, qualcosa s’inceppa, anche perché tenere così bene fino in fondo non era facile, sicuramente è un po’ troppo romantico e quindi appariscente, ma meno naturale del resto (che di naturale ha praticamente tutto, o quasi).
Trattasi dunque di una buona commedia, intelligente e scafata, valorizzata da un cast importante sia in prima linea (uno come Fabrice Luchini è sempre garanzia) che nelle seconde file (vedasi una Carmen Maura che sa stare nel suo posticino).
Gradevole, anzi di più, gradevolissima.
Regia vivace e propositiva, sviluppa in modo spigliato una trama molto piacevole.
Sviluppa al meglio un personaggio in fase di cambiamento (ah, cosa può fare su un uomo un vivace gruppetto di donne ...), conferendogli parecchie qualità grazie alle sue qualità recitative.
Sempre un pezzo da novanta del cinema francese e non solo.
Molto bravo.
E' la moglie del protagonista, personaggio che riesce a rendere snob ed artificiale in maniera convincente.
Discreta.
Dalla soffitta, dove alloggia il suo personaggio, dona un sincero e luminoso raggio di vita.
Decisamente gradevole.
In mezzo al ricco gruppone delle donne spagnole non manca comunque di farsi segnalare.
Più che discreta.
Anche lei si potrebbe "perdere" tra le tante, ma non passa inosservata
Più che sufficiente.
Volto caratteristico che ben si presta alla situazione.
Sufficiente.
Sufficiente.
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