Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film
Film di sceneggiatura, dialoghi e interpreti, ottimamente gestito. Una tensione costante accompagna i protagonisti e lo spettatore nell'andirivieni di una quotidianità irta di difficoltà e pericoli. C'è la separazione del titolo, quella tra marito e moglie, c'è una figlia adolescente indecisa nella scelta di chi seguire, ragazzina intelligente, sensibile e profonda, ci sono le nevrosi di un mondo, a noi culturalmente distante, assolutamente intelligibile e dietro l'angolo (abilissima la mano del regista di muovere critica al proprio paese facendo trapelare però sempre il massimo rispetto), ci sono il dramma della malattia e i vincoli famigliari, la quotidianità del lavoro d'assistenza, la condizione femminile, l'ottuso orgoglio maschile, la burocrazia imperante, la legge sorda alle esigenze e peculiarità del singolo, il popolo e la crisi economica, le differenze di classe, lo scontro tra culture, il presente e il passato, la religione, l'etica nella scelta dell'individuo, il confronto tra verità e coscienza, il rispetto verso il prossimo, la tradizione, la vita comunitaria. Grandi temi per una pellicola che si segue con apprensione, indubbiamente ben fatta, apparentemente semplice, estremamente comunicativa. Quando la spettacolarità del cinema passa attraverso contenuti, intelligenza, professionalità.
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