Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film
Il film di Asghar Farhadi si avvale di una sceneggiatura - scritta da lui - molto complessa, composta da dialoghi fittissimi e concitati che coinvolgono, di volta in volta, i variegati caratteri che compongono un quadro molto eterogeneo, all'interno di una trama a dir poco frastagliata.
L'abilità del regista si mostra su più piani di lettura: in primo luogo, nel riuscire a dare una scorrevolezza ed un ritmo inusitati ad un'opera così dialogata, evitando la verbosità ed, al contrario, creando una palpabile tensione tra i vari attori che si fronteggiano anche aspramente; in secondo luogo, facendo ricorso alla soggettiva, l'autore ci mostra, scena dopo scena, la diversa visione che ogni personaggio ha della storia narrata, con un occhio di riguardo per i bambini; infine ci offre un quadro di quello che può essere il clima oppressivo che si respira in Iran, causato tanto dall'applicazione ottusa di precetti religiosi quanto da una società burocratizzata e ancora incerta tra il passaggio alla modernità e il rimanere ancorati a tradizioni e costumi arcaici, dove la donna non è sullo stesso piano dell'uomo.
Grande anche il lavoro con il cast - premiati con l'Orso d'Argento a Berlino i quattro principali interpreti maschili e i due femminili - e meritati l'Oscar e il Globo d'Oro al film in lingua straniera nonché l'Orso d'Oro.
Un unico appunto nella versione mandata in onda su SKY: che senso ha avere l'opzione con l'audio in originale senza i sottotitoli?
Il doppiaggio, passando ogni tanto all'ascolto in originale, dà l'idea che non renda sempre giustizia al film.
Voto: 8.
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