Regia di Werner Herzog vedi scheda film
nel 1994 nella valle dell'ardeche viene scoperta una grotta. chissà cosa doveva essere vedere il film di herzog con la stereoscopia. il piattume del 2d fa solo intuire cosa herzog poteva voler fare e far vedere quando si fissava sui dipinti e spostava la luce. anche sul piccolo schermo e col 2d il "solito" film magico di quel bene dell'umanità che è il cineasta werner herzog. attraverso la consulenza di diversi scienziati e le sue domande siamo catapultati in una riflessione sul senso, così fragile e inutile, dello spazio e del tempo. i dipinti sulle pareti della grotta, che fortunatamente non sono fruibili dalla grande massa e quindi sarà forse possibile conservarli per altri 30 e più mila anni, sono a volte sovrapposti e la differenza tra l'uno e l'altro è di 5000 anni!!!! la cosa mi ha sconvolto e non dovrebbe. è ovvio che con la prospettiva di vita media che siamo riusciti a raggiungere col progresso e il benessere, parlare di 5/10 per noi sia normale, ma già quando cominciamo a pensare al mezzo secolo, ho un senso di vertigine. MA 5000 ANNI!?!? poi, più o meno casualmente, arriviamo noi e voilà a migliaia di anni di distanza possiamo apprezzare e osservare stralci di vita "preistorica" di uno o più artisti(i dipinti non sono i soliti omini stilizzati)che addirittura sembrava/no voler dare un senso di movimento agli animali ritratti sulle pareti. è importante conservare la grotta così com'è, e quindi lasciandola a chi la può studiare, perchè in terra ci sono le testimonianze di vita di animali estinti che in quella grotta si rifugiavano e si cibavano. orsi delle caverne, lupi, iene e addirittura orme di un bimbo di otto anni a fianco di quelle di un lupo.... si chiede herzog se il lupo inseguiva il bambino, oppure se camminavano fianco a fianco come amici, oppure ancora se tra le orme dell'uno e le tracce dell'altro passano centinaia di secoli. spesso gli scienziati chiedono un attimo di silenzio per ascoltare la grotta ed è interessante stare a guardare attraverso lo schermo televisivo, il silenzio che rispettano mentre herzog o gli altri operatori osservano con la telecamera(per noi)quei dipinti ripresi amplificando il silenzio grazie alla meravigliosa musica di ernst rejsiger. a distanza di millenni ci chiediamo tanto, troppo su quegli esseri umani che hanno visitato quella grotta(e altre in giro per il mondo)per apporvi un segno distintivo innato ed anche evolutivo del proprio passaggio(senza abitarla, non vi sono infatti scheletri umani)magari sovrapponendola al segno delle unghie di un orso delle caverne. ci s'interroga giustamente se in quel periodo oltre a sopravvivere, cacciare e mangiare, l'uomo preistorico avesse altre tendenze preoccupato com'era a (soprav)vivere in una zona dove c'erano 2,5 km di ghiaccio a ricoprire tutto. oltre a questo meraviglioso lascito si sono ritrovate statuette che inneggiano alla femminilità della terra e della natura e perchè no, della donna e strumenti musicali come flauti ricavati da ossa. rientra in toto nella ricerca filmica del regista questo viaggio nel passato remoto suo e nostro di tutti noi. "non saremo noi i coccodrilli albini di questo secolo e millennio", mutati e corrotti da un progresso che non è stato in grado di considerare gli effetti negativi di tutto il suo evolvere?
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