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Il cavallo di Torino

Regia di Béla Tarr vedi scheda film

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La recensione su Il cavallo di Torino

di bradipo68
10 stelle

L'apocalisse soffia e sbuffa nascosta nell'occhio della tempesta, impressa  nello sguardo atterrito di un cavallo da tiro allo stremo delle forze e da un ultimo avamposto umano alla frontiera del nulla.
The Turin Horse è un posto in prima fila per vedere da vicino l'implosione definitiva del mondo che a malapena conosciamo,è una donna minuta e coperta di stracci che si curva in avanti per resistere alla furia del vento, è un uomo che passa ore e ore davanti a una finestra come per esorcizzare la paura di quello che sente accadere, è il freddo che entra fin dentro le ossa ammuffite vecchie e giovani, è un bicchiere di palinka bevuto per triste consuetudine o forse per esorcizzare solo il gelo che si sente crescere dentro, è il buio appena rischiarato da una luce fioca, una rapsodia in nero destinata fatalmente a ingoiare tutto, anche le ultime parole prima del silenzio definitivo.
Tutto si spegne, sparisce da un giorno all'altro l'acqua,  il cavallo non ne vuol sapere di muoversi( forse la sequenza più bella e intensa di questo film ma la scelta è veramente ardua), i gesti quotidiani si ripetono sempre più mestamente ,dalla vestizione al pasto frugale che consiste in una patata cotta sulla stufa.
Se qualcuno pensasse che il cinema è un'arte minore rispetto ad altre espressioni, le opere di Bela Tarr sono la risposta perfetta per scacciare ogni dubbio.
Le sue immagini potenti ed evocative, l'uso di un bianco e nero molto contrastato che acquista quasi colore per la molteplicità di sfumature di grigio che esso racchiude, la dilatazione delle sequenze, il parco utilizzo dei dialoghi fanno di questo e degli altri film del maestro ungherese dei pezzi unici di videoarte sequenziale davanti ai quali non si può che restare strabiliati e ammutoliti allo stesso tempo.
L'apocalisse nel cinema di Bela Tarr è qualcosa in più di una semplice sensazione: incombe in ogni pianosequenza proprio perchè raffigura in modo magistrale,pittorico, un frammento di pianeta inospitale.
Tarr è fuori dal nostro tempo, sembra quasi non accorgersi che tutto sta cambiando attorno a lui.
Il suo cinema (e questo film in particolare)  racconta una volta ancora di quel misero essere che è l'uomo, granello di sabbia nel deserto, che deve combattere la furia primigenia degli elementi naturali.
Ed è costretto a soccombere.
The Turin Horse è un disagio da portarsi dentro ben oltre i titoli di coda. 
E' la consapevolezza che la fine di tutto è sempre più vicina.

Su Béla Tarr

una meraviglia

Su János Derzsi

eccellente

Su Erika Bók

ottima

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