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Almanya - La mia famiglia va in Germania

Regia di Yasemin Samdereli vedi scheda film

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La recensione su Almanya - La mia famiglia va in Germania

di canaja
6 stelle


La forte crescita economica degli anni ’60 portò in Germania un gran numero di lavoratori immigrati: italiani, spagnoli e soprattutto turchi lasciarono paese e famiglia per poter ambire ad una vita migliore. Huseyn Yilmaz fu uno di questi.

L'uomo, originario della regione dell’Anatolia, vive in Germania assieme alla moglie Fatma ormai da 50 anni. I loro figli sono cresciuti in questo paese ed i nipoti vi sono nati.

Durante una festa, con la famiglia riunita al completo, Huseyn comunica ai parenti d’aver acquistato una casa (da ristrutturare) in Turchia e di voler portare tutti là per una vacanza. Il viaggio dovrebbe essere l’occasione per vedere il reale stato dell’immobile, oltre che un breve nostalgico ritorno alla terra delle origini. In realtà la trasferta sarà un percorso nella storia della famiglia, dove presente e passato si intrecceranno.

L'esordio alla regia di Yasemin Samdereli, che sceneggia con la sorella Nesrin, è una commedia divertente e garbata che però non riesce ad appassionare fino in fondo. L'idea del film -dicono le sorelle, nate a Dortmund ma d'origini turche- prende spunto dalla curiosità che molte persone avevano manifestato nel tempo riguardo i loro ricordi d'infanzia.

Questo legame profondo fra storia narrata e vita vissuta, fra finzione e realtà, può essere sia un valore aggiunto che un limite, dipende da come lo si gestisce. In questo caso credo che le Samdereli abbiano commesso l'errore che spesso si compie con i ricordi, cioè quello di osservarli attraverso la lente deformante dei sentimenti. Nella loro rappresentazione dei fatti si nota l'affetto per i personaggi, il coinvolgimento emotivo, ma allo stesso tempo tutto sembra addolcito, illusorio e fittizio.

Integrazione e pregiudizi sui turchi di Germania sono gli altri temi che maggiormente stanno a cuore alle Samdereli. Argomenti complessi da trattare in una commedia, infatti le sorelle hanno dovuto mettere più volte mano alla sceneggiatura, complice anche il fatto -hanno dichiarato- che esiste una folta cinematografia drammatica sul tema dell'immigrazione turca e che, proprio per questo motivo, i distributori dubitavano del registro leggero scelto per la pellicola.

Tecnicamente il prodotto è ben confezionato ed è buona la prova degli interpreti. Molto bella la citazione che chiude la pellicola: “Chiedevamo dei lavoratori e sono arrivate delle persone”. Lo scrittore Max Frisch la coniò in riferimento ai lavoratori italiani immigrati in Svizzera.

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