Regia di Yasemin Samdereli vedi scheda film
Periodo duro, durissimo quello di Natale per la razza cinefila, che vede invase le sale per oltre quindici giorni di una decina di film tra l'orrido e l'orrendo, tra la vacanza di Natale e l'ancor piu' atroce ed incorreggibile Pieraccioni, tra qualche manciata di cartoni in 3D, sempre piu' spin-off di successi di Natali precedenti, e qualche action movie sequel di precedenti successi di cassetta. Non ci resta duque che compesarci quei 4 o 5 titoli che restano, relegate nelle sale piu' piccole delle citta' piu' grandi ed invisibili in periferia e tenere duro fino all'anno nuovo. Tra questi pochi eletti ho aspettato un po' a vedere Almanya per i motivi sopra esposti, e fresco di visione confermo le impressioni che il trailer mi aveva suggerito in modo sommario: un film certo brioso, a volte simpatico, soprattutto quando racconta del primo esodo della famiglia turca, quello verso la Germania a meta' dei Sessanta. E dunque problemi di integrazione, di differente civilizzazione tra due popoli cosi' diversi, difficolta' di integrazione: tutto pero' vissuto senza un vero dramma ma con uno stile incalzante, frizzante, molto esteriore che ne stempera con un umorismo a volte un po' troppo facile la drammaticita' di fondo della vicenda. Il secondo filone, quello dell'anziano capofamiglia che sorprende la famiglia comprando casa nella Turchia abbandonata quarant'anni prima per andare a morire nella terra natia e' decisamente piu' debole, lacrimevole e scontato e svilisce decisamente un film gia' un po' furbetto di suo. Uno stile che ricorda visivamente un Kusturica solo esteriore, che si ferma all'involucro e schiaccia l'occhio allo spettatore (natalizio) che apprezza, ringrazia, e torna a casa contento. Se servisse a tenerci lontano dai vari Pieraccioni and Co. sarebbe comunque in definitiva un grande servizio civico e culturale per tutti noi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta