Regia di Paween Purikitpanya vedi scheda film
Effetti digitali da cartone animato. Plateali scopiazzature da Shining, Nightmare Detective e Ringu. Recitazione oscillante tra il pathos surreale e la totale inespressività. Non mancano davvero i motivi per sconsigliare questo film: un “giallo” che, quando non annoia, confonde fastidiosamente le idee, preparando - si fa per dire - un dulcis in fundo con i controfiocchi. Nell’ultima mezzora, la pellicola si fa scoppiettante di colpi di scena come nel “gran finale” di uno spettacolo pirotecnico, riannodando i fili dell’intreccio fino a renderlo del tutto incomprensibile, e vanificando, di fatto, tutta la faticosa costruzione narrativa dei primi novanta minuti. L’epilogo, impossibile non notarlo, è un vero pot pourri di format orientali, dalla romanza bollywoodiana alle acrobazie dei samurai, su cui si inseriscono, in maniera goffamente didascalica, due brevi incursioni nel legal thriller e nel genere E.R.. Intanto l’obiettivo danza il ballo dei controcampi, alternando riprese dall’alto e riprese dal basso, si direbbe simulando inquadrature in soggettiva da parte di angeli/dei o demoni/spiriti maligni, che, però, si riveleranno una mera illusione interpretativa dello spettatore benpensante. Il fantasma cinematografico di questo Body, riesumato dalla distribuzione dopo quattro anni di latitanza, non meritava davvero di essere invocato: è evidente che, nel suo personale recital dell’horror, non riesce ad esibire altro che il convulso sforzo virtuosistico di chi non ha né fantasia, né capacità alcuna di convincere e stupire.
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