Regia di George Tillman jr. vedi scheda film
C'erano tutte le premesse per un pessimo film: il protagonista è un ex-wrestler che ha debuttato nel cinema con "Il Re Scorpione" (wow!), il titolo richiama tutta una serie di pellicolacce, dalla saga di "Fast And Furious" a "Fast Food", "Fast Girl", "Fast Track" e compagnia bella, tutta celluloide sprecata, ed il soggetto, lo si intuisce subito, è uno dei più sfruttati dalla cinematografia che punta ad eccitare i peggiori istinti dell'umano animale. Il risultato è però una sorpresa: il samoano non è poi così male, ci sono Thornton e la Gugino che puntellano l'impalcatura, la tensione rimane elevata per tutta la vicenda e le scene d'azione, banco di prova di questi film, sono asciutte, sbrigative, brutali e senza compiacimenti, merito di una regia superiore alla media. Purtroppo non sono tutte rose e fiori: la storia è così telefonata che dopo dieci minuti (o forse meno) si capisce già chi sia il cattivone, c'è qualche inverosimiglianza e quella che dovrebbe essere la sorpresa finale viene rovinata da una plateale anticipazione. Ne esce fuori comunque un film robusto, accettabile.
Un carcerato esce di prigione e comincia ad eliminare i responsabili della morte del fratello. Ad ostacolare il suo cammino incontrerà un poliziotto tossico, un killer psicopatico ed i suoi scrupoli…
Vero punto di forza del film, la regia nell'affrontare temi e situazioni triti e ritriti lo fa con un tocco di eleganza, una certa sobrietà e qualche buona idea, riuscendo a tirar fuori qualcosa di decente anche dagli interpreti meno dotati.
E' meno intorpidito di Van Damme, meno granitico di Seagal e meno becero di Lundgren, e questo è già qualcosa. Indubbiamente sfoggia più muscoli che espressioni, ma il regista a tratti riesce a farlo apparire oserei dire quasi…. ispirato.
Viscido, laido ed untuoso quanto basta, tratteggia efficacemente un personaggio a tinte fosche, non tralasciando qualche spruzzata di umanità.
La bella topolona semi-coreana non può usare le armi affilate del suo fascino ingabbiata com'è nel personaggio della moglie tossica e fattona del poliziotto.
E' il ricchissimo e fichissimo killer dandy con un marcato accento londinese, che fa tanto chic (se potete guardate il film in lingua originale, queste e tante altre sottigliezze si perdono nel doppiaggio). La caratterizzazione mi appare eccessiva (ha spesso la bocca a culo di gallina), tanto da sfiorare il ridicolo in certi passaggi.
Bellezza algida e patinata, interpreta la doverosamente sciccosa fidanzata del killer, con un debole per la famiglia. Non suscita emozioni.
Un "cammello" per lui, che interpreta il direttore del carcere, poche battute che lasciano però il segno.
Per fortuna che c'è lei: unico polo femminile di attrazione, il suo fascino è discreto e solido, e in più è pure brava. Peccato che abbia poco spazio. E pensare che prima di lei era stata scelta Salma Hayek: fiuuuu, l'abbiamo scampata bella!
Qualche brano poco conosciuto, tra cui troviamo a sorpresa in apertura Guido e Maurizio De Angelis (ebbene sì, proprio loro!) e tra cui spicca un pezzo di Iggy Pop.
La storia.
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