Regia di Sean Durkin vedi scheda film
Non è facile fuggire dalla provincia americana, soprattuto se questo implica lasciarsi alle spalle un passato difficile e scelte sbagliate. Quella filmata dal promettente T. Sean Durkin non è altro che la cronaca di un tentativo. L'ultima possibilità per Martha di tornare ad un'esistenza normale dopo un'esperienza radicale e sfiancante all'interno di una specie di comunità. Una setta, a dire il vero, guidata da un'inquietante figura patriarcale alla costante ricerca di adepti e concubine. Un incubo di menzogne mascherate da condivisione universale che non tarderà a manifestarsi in tutto il suo orrore. Una pellicola densa, instabile, ricolma d'inquadrature sbilenche, costantmente giocata sull'impossibilità di adattamento, montata con intelligenza in un continuo rimando a ricordi e sensazioni di disagio, di paura. Un angosciante tour de force nel tentativo di comprendere cosa ci sia che non va in Martha - "What's wrong with you?" ripete in continuazione l'apprensiva sorella maggiore che le dà asilo - ma la verità non è alla portata di tutti e alla fine la ragazza sarà nuovamente costretta a fuggire. Ritratto low budget di identità malsane, disadattate. Disperazione ripresa in camera fissa. Un buon film che non scende a compromessi, raccontandoci molto del degrado della società contemporanea ed offrendo al suo cast una splendida occasione per esprimersi al meglio. Ipnotiche, in tal senso, le prove fornite dalla giovane Olsen e da un serafico John Hawkes. Magnetici in una sorta di catalessi emotiva.
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