Regia di Drake Doremus vedi scheda film
“Like crazy” è un film romantico che rinnega tante facili comodità, che sa far gioire e soffrire, ma che soprattutto si “adagia” sulla vita reale per poi dar corpo alla diramazioni che inevitabilmente quest’ultima produce, solari o velate di tristezza che siano.
Anna (Felicity Jones) è una ragazza inglese che studia negli States ed è qui che conosce Jacob (Anton Yelchin).
Tra i due comincia una storia d’amore travolgente, ma la vita, con le sue regole, sembra volerli ostacolare, obbligandoli spesso a stare distanti.
In più ci sono ostacoli esterni, ad esempio Jacob subisce la tentazione di Sam (Jennifer Lawrence), una sua giovane, e procace, assistente.
Storia romantica che si diversifica dalle solite modalità (non per niente premiata al Sundance Festival nel 2011) e già per questo tende a farsi apprezzare.
Si inscena soprattutto un rapporto scandito da reali passioni, ma anche da ostacoli, con li strascichi del non potersi vivere, che cozzano con la comune definizione di mondo globalizzato che invece continua ad imporre mille barriere insuperabili, se non a chi si fa gli affari illegali; a chi invece vorrebbe solo fare la cosa più semplice del mondo, ovvero amare, ecco la fregatura.
Ed è così che ne deriva pure una definizione di vita che va oltre alla situazione rappresentata, ovvero che l’esistenza è un puzzle difficile da combinare in ogni suo pezzo anche quando la volontà spinge con tutta la forza che gli è consentita.
Inevitabile che poi emergano anche le ingerenze esterne, quelle più comuni, ovvero altre potenziali passioni e la tentazione ha il suo peso.
Un film che si dirama bene, che sa trarre linfa vitale, per esso stesso e per noi che lo viviamo, dalla sfumature leggere o ben marcate che la vita ci obbliga ad affrontare, probabilmente ritengo solo il finale (altamente) rivedibile, forse a quel punto, per quanto non manchi di essere artistico, avrei preferito qualcosa di meno sfumato.
Rimane un film da provare, che gode di una buona personalità che forse lo segna pure un po’ troppo, ma visto come il tema tenda troppo spesso ad assuefarsi attorno ad ogni sorta di compromesso (lo spettatore lo cerca in maniera assidua, è già troppo dura la propria realtà), allora queste scelte assumono connotati rafforzati.
Particolare, con amore.
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