Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Il triangolo relazionale Jung-Freud-Spielrein corre ai margini dell'abisso della mente, impossibile non precipitare nel baratro o solo aver paura di esso. Cronenberg coglie l'essenza di questa storia e affonda la lama nelle pulsioni istintive dell'individuo utilizzando il paradosso che anche dei genii della razionalità con il 'faro' del metodo scientifico si perdono a loro modo nel marasma della psiche. Ma non c'è catastrofe, anzi liberazione... Come la liberazione dagli stereotipi imposti dal sistema è il via dei grandi mèlo della storia del cinema e A Dangerous Method è un grandissimo mèlo. Calligrafico eppure incisivo nel ricreare un epoca dove i protagonisti si lasciano perdere (in)consciamente scoprendo poi che questa perdizione è la vera vita. L'amore è lì, senza confini, senza regole, ad un passo ma allo stesso tempo irraggiungibile fra barriere morali e sociali. Forse c'è un ordine nel caos, forse il caos è solo paura. Cast superbo (Cassel per pochi minuti è stupendo) e delle didascalie finali che mettendo 'ordine' nella storiografia ufficiale amplificano a dismisura il dramma di un film che turba, perchè è carnale e profondo senza aver pietà nello svelare la fragilità degli artifici a cui il nostro Io è disposto a ricorrere per contenere l'irrefrenabile energia vitale dell'animale uomo. Grande intensità e grandi emozioni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta