Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Qui Cronenberg non gioca al meglio delle sue possibilità. Oltre alla pulizia formale e alla precisione nella rievocazione storica, siamo davvero così sicuri che il regista canadese sia riuscito a dire sui rapporti tra Jung, Spielrein e Freud qualcosa di più compiuto rispetto a film meno ambiziosi come "Prendimi l'anima" di Faenza, che personalmente non ho visto? La derivazione teatrale è abbastanza evidente, ma il film sembra mancare soprattutto di pathos ed emotività, e vi è un passaggio un po' troppo rapido dalla "malattia" della protagonista alla sua guarigione e al suo diventare una stimata dottoressa. La sceneggiatura di Christopher Hampton contiene confronti dialogici ricchi di sfumature sulle scoperte della nascente psicanalisi, ma a tratti risulta un po' verbosa; gli attori fanno quel che possono, soprattutto Michael Fassbender nel ruolo di Carl Gustav Jung, risolto con il proverbiale carisma dell'attore, mentre Keira Knightley va sopra le righe nella prima parte e non incide troppo nel resto del film; Viggo Mortensen e' un Freud corretto ma senza ripetere gli exploit di "A history of violence" e "La promessa dell'assassino", mentre la vera sorpresa e' Vincent Cassel nel ruolo di Otto Gross. Insomma, un film che suscita diverse riserve e che forse va inserito fra le opere minori del regista, ma che consiglierei ugualmente almeno agli appassionati dell'argomento... la trattazione delle tematiche relative alla psiche tormentata e alla sessualità da parte del regista canadese non è mai banale, neppure in questa occasione.
Voto 7/10
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