Regia di David Cronenberg vedi scheda film
E' un film raffinato, accurato nella forma e nella messa in scena, compassato e controllato come i personaggi che ritrae (specie Freud e Jung). Inoltre è un film luminoso, elemento un po' insolito per Chronenberg, come pure l'ambientazione di inizio '900. Eppure il regista, benché partendo da lontano, arriva però a toccare i temi che da sempre lo ossesionano, in particolare quelli che ruotano attorno alla sessualità: l'impulso sessuale fortissimo, il legame tra sesso e morte, il rapporto sado-maso, il dilemma tra sesso libero e fedeltà matrimoniale, il potenziale distruttivo dell'impulso sessuale. Alla fine, la bilancia sembra pendere dalla parte dell'impulso sessuale senza freni, i quali sarebbero in fondo inutili e pericolosi. Di nuovo, però, il legame istituito tra sesso e morte finisce per creare un cortocircuito. Cronenberg parla di Freud e di Jung per riflettere, in fin dei conti, su questi temi che gli sono sempre stati cari. Non è quindi un film celebrativo sui due psicologi, ma un'opera che cerca di scandagliare uno degli aspetti più oscuri e problematici dell'essere umano.
La staticità del film è rigore e attenzione all'argomento, non mancanza di ritmo o trama che langue. Anzi, tra i tre protagonisti si crea una situazione tesa che si segue con attenzione.
Zero effetti speciali, zero fantascienza, poca azione; tuttavia un film riuscito, un'opera rigorosa che testimonia una volta di più quanto il suo autore sia ancora inquieto e tormentato.
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