Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Dopo averne sentite di tutti i colori sulla nascita della psico-analisi, è piacevole ed interessante imbattersi in questo film dell'impeccabile Cronenberg. Nel sofferto dibattito tra maestro (Freud/Mortensen) e allievo (Jung/Fassbender), il regista non prende le parti di nessuno, ma svela con esaustiva concisione i pregi e i difetti di entrambi i punti di vista. L' ipse dixit freudiano, secondo cui tutti i mali psichici derivano da frustrazioni sessuali, viene demitizzato per lasciare spazio anche a nuove idee. Mentre lo 'svizzero', scrupoloso Jung, proteso verso orizzonti innovativi, mostra un lato umano a volte meschino. La tecnica psicoanalitica diventa un 'metodo pericoloso', quando vi si aderisce troppo ciecamente o ci si lascia trasportare dagli intimi colloqui medico/paziente; ma può anche liberare dalle nevrosi, come accade a Sabina, interpretata da Keira Knightley, che finalmente fa sfoggio delle sue doti recitative, rivelandosi una malata molto convincente.
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