Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Questa volta Cronemberg va a ritroso nel tempo. Se Crash era la trasformazione del desiderio senza controllo, attraverso l'uso deforme dei simboli della modernità ( acquisiti in passaggi uniformi dello sviluppo del pensiero interiore e sociale), A dangerous method è la chiave per aprire lo scrigno dove liberare quei modelli di riferimento cui l'uomo deve ancora oggi dare liberamente conto. I tre protagonisti principali, Freud (Mortensen),Jung (Fassbender), Spielrein (una Keira Knightley ottima), sviluppano i loro rapporti sotto forma di terapia verbale, costruita su scambi teorici di tesi, idee, confronti epistolari, lettere comuni, segni abbozzati. L'ambientazione è la più classica e formale riferita al tempo in cui si svolge, ammantata di distacco, presentata con freddezza, ma la figura reale e rivelatrice di S.Spielrein se non scalfirà in modo diretto la vicenda, riuscirà a metterla a nudo erigendola come base per intuizioni future. Così se Freud resterà legato alle sue tesi, Jung svilupperà un pensiero più articolato, materia di studio per il futuro prossimo. Alle loro spalle, la tranquillità piatta del lago, il bosco verdeggiante e immacolato, come lo stato dell'inconscio appena venuto alla luce. Pensiamo all'oscurità di Crash, ai suoi panorami saturi di frammenti aggrovigliati, al traffico incessante, i due film si svolgono a cent'anni di distanza, eppure sembrano secoli che li dividono pur nutrendosi della stessa materia. Nella sua struttura statica, quasi rigida, A dangerous method è subdolamente penetrante, e se la sua forma può sembrare inattuale, ci si accorge quanto paghiamo al condizionamento di sottostare a canoni visivi e tematici stanchi, vuoti e ripetitivi.
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