Regia di J.J. Abrams vedi scheda film
Abrams ancora troppo legato ai suoi schemi da serie televisiva.
Parecchi critici d'oltreoceano hanno accolto con favore il ritorno di un'avventura adolescenziale anni '80; hanno giustamente registrato citazioni di E.T. e degli Incontri ravvicinati; hanno rinvenuto in Super 8 echi nostalgici di estati lontane. Tocca altresì annotare che Abrams non riesce a emanciparsi dai luoghi comuni che pure hanno fatto la sua fortuna come showrunner televisivo. Le reminiscenze di Lost sono evidenti, dalla creatura misteriosa che attacca senza preavviso, agli oscuri progetti governativi, alle esplosioni fragorose, finanche ai filmati illustrativi dello scienziato di turno. Mancano giusto i viaggi nel tempo o i passaggi ultradimensionali alla Fringe. Il paragone con E.T. è accettabile solo su un piano citazionistico: il rapporto di fratellanza impossibile fra due esseri di una galassia di distanza è solo accennato, e anche malamente; i ragazzini in Super 8 sono davvero troppo ragazzini e non posseggono quella profondità per comprendere appieno l'unicità di quello che sta loro capitando e farne partecipe anche lo spettatore; quella poesia lì è irripetibile. Le storie di contorno (il ragazzo orfano di madre, la ragazza con un padre sbandato) tentano di proiettare i fanciulli in una dimensione adulta, ma ottengono l'effetto opposto di risultare un po' avulse dal contesto. Apprezzabile invece l'idea dell'inserto metacinematografico, che sovrappone il film che stiamo guardando a quello girato dai ragazzi. Purtroppo, come detto, i nostri simpatici protagonisti erano troppo presi dalla loro memorabile opera prima zombesca, per rendersi conto che il vero film da girare era quello che stavano vivendo nella realtà.
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