Regia di J.J. Abrams vedi scheda film
I Goonies incontrano un E.T. molto più grosso e meno malneabile, il tutto shakerato con maestria da J.J. Abrams, regista che sa molto bene come si crea lo spettacolo, sia quando l’azione si erge protagonista, sia quando i sentimenti più naturali fanno capolino.
Sei ragazzini sono impegnati nelle riprese notturne del loro filmino amatoriale, quando assistono al deragliamento di un treno.
Da quest’ultimo scappa una creatura aliena e ben presto i militari cingeranno d’assedio la loro piccola cittadina, ma soprattutto si verificheranno parecchi fatti strani che metteranno tutti gli abitanti in serio pericolo.
Condensato di puro spettacolo che guarda indietro nel tempo (fatti ambientati ipoteticamente negli anni ottanta e diversi film presi come spunto), ma che sfrutta anche quanto una grossa produzione possa mettere a disposizione oggi come oggi.
Mostra parecchio, ma sa anche cosa celare per poi rivelarlo quando serve (la creatura prima, i suoi occhi poi), alterna tanti frangenti diversi e li mette insieme trovando un prezioso equilibrio d’insieme.
Così non mancano alcuni brividi che serpeggiano lungo la schiena (le scorribande notturne della creatura), momenti di sincera commozione (l’affetto che avvicina Alice e Joe ed i difficili, ma non per questo ostili, rapporti padre-figlio/a), battute ben assestate tra i ragazzini (una vera simpatica banda ben assortita) e parecchi sussulti spettacolari (il deragliamento è pazzesco, ma anche il prefinale non scherza affatto).
Intorno, ed in mezzo, si registra una sana passione per il mezzo cinematografico (l’impegno dei ragazzi di far cinema e non perdetevi quanto accade durante i titoli di coda) e i giovani protagonisti sono tutti assai svegli e ben amalgamati, ma su tutti emerge soprattutto Elle Fanning che è quasi incredibile e di caratura superiore, ma anche Joel Courtney non scherza affatto.
E per chiudere un finale che riporta il pensiero ad una tenera fantasia che raramente trova modo di venir a galla con così tanta naturale energia.
Per contro ci sono solo alcune esemplificazioni un po’ grossolane (difficile credere alla fuga dei ragazzini dal campo militare, stesso discorso per quella del poliziotto Jack), però per chi ama il genere si tratta di pochi dettagli, soprattutto perché il film ha un ritmo progressivo che sa guardare sempre oltre.
Quindi l’operazione di rivisitazione di un florido periodo cinematografico, ma non solo, si può definire decisamente riuscita, conferma di un talento di grande rilievo (J.J. Abrams) e che le capacità, quando ci sono portano quasi sempre a buoni, qualora non ottimi, risultati.
Effervescente.
Regia spettacolare ed appassionata che sa coltivare appieno tutte le caratteristiche della storia che racconta.
Complessivamente molto positivo (anche se qualcosa poteva essere fatta meglio).
Decisamente molto brava, un vero talento naturale il suo.
Così quando recita nel filmino amatoriale alla stazione i suoi compagni di avventura rimangono a bocca aperta e noi al di là dello schermo non possiamo che fare altrettanto.
Una certezza per il futuro, due o tre spanne sopra gli altri.
Ruolo che non dice molto, ma lui non sfigura affatto.
Adeguato alle circostanze.
Gran bella figliola, ha una parte che va poco oltre quella del soprammobile, ma le riesce molto facile e bene.
Ordinato e complessivamente efficace in una parte abbastanza ordinaria.
Sufficientemente partecipe.
Presente.
Sufficiente.
Abbastanza simpatico.
Eccentrico e dinamitardo.
Soddisfacente.
Ragazzino sveglio con quelllo sguardo sognatore che fa bene al ruolo.
Bravo.
Anche lui non passa certamente inosservato.
Bella parte che sa di gran passione per il cinema e bravo lui a ben figurare, impacciato nei movimenti, ma assai sgamato quando si tratta di portare avanti il suo progetto.
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