Regia di Thor Freudenthal vedi scheda film
Il dodicenne Greg (Gordon) è appena approdato alle scuole medie e aspira a entrare nell'annuario del'istituto distinguendosi come uno dei ragazzi più in gamba della scuola. Ma siccome è una vera schiappa, non ne indovina una. Le cose vanno persino meglio a quel ciccione del suo amico del cuore (Capron) e certo non lo aiutano i continui dispetti del fratello maggiore (Fielding) né tanto meno la malriposta fiducia in sé stesso.
Tratto dal best seller scritto da Jeff Kinney, Diario di una schiappa è un esempio di come si possa realizzare del cinema intelligente facendo sia ridere che riflettere nel raccontare con arguzia e spirito d'osservazione quel terribile rito di passaggio che è l'adolescenza. Merito anche del testo originale, la regia evita tanto la scorciatoia della commiserazione quanto quella della trivialità (non una sola parolaccia per l'intera ora e mezza di film), inanellando una dopo l'altra le tappe obbligate di quella difficile transizione: il retaggio dei giochi fanciulleschi, le prime occhiatine a quel mondo sconosciuto che è rappresentato dall'altro sesso, il timore reverenziale nei confronti dei più grandi, la crescita improvvisa dei corpi, l'amicizia, le difficoltà di comunicazione con i genitori. Il tutto viene posto sotto la lente di un'acuta lettura pedagogica che mette in guardia dall'eccesso d'ambizione, mostrando cosa davvero conti nella vita. E allora la formaggite - malattia contagiosissima che porta a emarginare gli altri -, il bullismo e le vignette animate che intarsiano continuamente il racconto fungono perfettamente da sponda a una narrazione che non perde mai il ritmo e che suscita molte risate.
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