Regia di John Doyle vedi scheda film
Film inconcludente nel quale un cast estremamente interessante, costituito da “cavalli” di razza come Ellen Burstyn e Patricia Clarkson e attori noti come Colin Firth e Orlando Bloom, fa da contraltare ad intenti rilevanti sviluppati però senza particolare mordente e soprattutto lasciati al loro (mesto) destino.
Nella piccola cittadina di Durham si respira l’aria della crisi e nonostante tutto la popolazione rimasta in città rimane focalizzata su idee conservatrici.
Così quando arriva in città, Gus Leroy (Colin Firth), responsabile di una compagnia che smaltisce rifiuti pericolosi che cerca una località in crisi da arricchire e soprattutto utilizzare, viene visto dapprima con sospetto, ma poi anche con interesse.
Da una parte il sindaco vede la possibilità di far uscire dalla crisi la sua comunità, dall’altra chi lo aveva visto con sospetto scopre come in realtà sia una persona affidabile.
In questi dove l’equilibrio è instabile basta però un attimo per cambiare nuovamente tutto.
Di certo non mancano gli spunti in questo film di John Doyle, dalla precarietà più diffusa, che sia questa lavorativa (Mary, interpretata da Amber Tamblyn vede il suo futuro solo in un’altra città) o sentimentale (Harris, interpretato da Orlando Bloom è disposto a tutto per stare con Mary), destinate poi a concatenarsi tra loro, alla solitudine di chi per età e vissuto non è più sulla cresta dell’onda (Georgiana, interpretata da Ellen Burstyn, e Willa, interpretata da Patricia Clarkson, soffrono per il fatto di essere sole), dalla disoccupazione, che ha annientato tante comunità, allo smaltimento dei rifiuti che nell’equilibrio tra pericolo e possibilità di sviluppo economico genera le più diverse contraddizioni in termini.
Tanto materiale che però non viene sfruttato ed amalgamato a dovere, che avrebbe potuto dar vita ad un film corposo, lungo ed articolato e che invece si risolve in un clamoroso nulla di fatto.
Manca sostanza, e questo lo si capisce ben presto, ma anche diverse soluzioni, sentimentali per esempio, non possiedono il pathos necessario per figurare sincere.
Il colpo di grazia arriva poi da una parte conclusiva che mette assieme una scena più brutta dell’altra, con tanto di riflessione finale fin troppo propagandistica nel suo messaggio (insomma i rifiuti pericolosi possono generare disastri anche rispettando tutte le leggi a riguardo (ma va!?!?) per cui cambiamo aria), decisamente stucchevole senza peraltro pensare a chiudere in modo soddisfacente i vari scomparti sentimentali (Mary e Harris così come Gus e Willa).
Così un cast di alto profilo non può reggere da solo la scena, anzi ovviamente i più faticano e basta, e quanto si vede pare avere una testa, ma sicuramente non la coda.
Sbagliato ed incompleto.
Non riesce a valorizzare il buonissimo materiale umano che si ritrova tra le mani, tanto meno una storia ricca di spunti ma incapace di arrivare a soluzioni all'altezza.
Inconcludente.
Piuttosto ordinario anche perchè il personaggio non permette voli pindarici tranne quello negativo che giunge sul finale.
Appena sufficiente.
Più impegnato che in altre circostanze, peccato che questa volta il film non lo aiuti, ma almeno ci prova.
Sufficiente.
Personaggio scritto maluccio, lei non può cavarne fuori molto.
Sa farsi valere anche se il suo personaggio, così come gli altri, non trova situazioni adeguate per permetterle di fare davvero la differenza.
Sufficiente.
Tra tutti i personaggi, a lei è capitato forse quello meno peggio anche se un pò ripetitito.
Il resto ce lo mette lei.
Più che sufficiente.
Ma guarda un pò chi si rivede, il Luke Duke di Hazzard.
Ovviamente il tempo è passato ed il ruolo assolutamente di contorno nel quale avere meriti o demeriti evidenti è molto difficile.
Nei panni dell'apprensiva madre di Harris in alcune scene ad inizio film.
Sufficiente.
Volto visto più volte in svariati film, ma al quale è sempre difficile attribuire un nome.
Professionale (nel suo piccolo).
Ruolo davvero minuscolo.
Ingiudicabile.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta