Mitzi, ex prostituta, resta sola con il figlioletto Andras, dopo che il marito è stato ucciso dai soldati. La protegge Sandor, un poeta-clown, con cui si reca in Italia: i tre si esibiscono con il nome di "Trio Arizona". Nascosti in un vecchio giocattolo scoprono i diamanti per cui era stato ucciso il marito di Mitzi, con cui aprono a Budapest un locale notturno, l'"Arizona", che diventa un lussuoso luogo di ritrovo.
Note
L'immagine che di Pal Sandor dà dell'Ungheria è sempre po' convenzionale. Però, con questa coproduzione italo-ungherese Sandor compie un passo falso, per colpa di una fiacca sceneggiatura.
Una "storia vera" avvincente e drammatica, interpretata da un Marcello Mastroianni con la sua consueta bravura.
Non mancano i risvolti sentimentali, l'amore, i tradimenti. Ma su tutto, anche sugli orrori della guerra, risplendono i fasti di un
Musichall, l'Arizona, dal fascino irripetibile.
Mitzi, Sandor e l'Arizona, nella Budapest degli anni trenta, erano un mito mitteleuropeo, il loro musichall non aveva niente da invidiare a le "Folies Bergerès" e altri famosi locali di Parigi.
Mitzi era "Miss Arizona", regina di quel locale al centro di Budapest, costruito con il suo compagno Sandor dopo una vita di stenti e di fughe dalla persecuzione, perchè Sandor era per… leggi tutto
Polpettone a metà strada tra Fellini e Cabaret, con qualche pizzico del bergmaniano L'uovo del serpente e del Mephisto di Szabó, senza avere né la vitalità né la serietà di alcuno dei modelli citati. Coproduziono italo-ungherese fiacca e pedestre, probabilmente destinata alla televisione già in partenza, che non sa sfruttare il buon cast a disposizione. leggi tutto
Mitzi, Sandor e l'Arizona, nella Budapest degli anni trenta, erano un mito mitteleuropeo, il loro musichall non aveva niente da invidiare a le "Folies Bergerès" e altri famosi locali di Parigi.
Mitzi era "Miss Arizona", regina di quel locale al centro di Budapest, costruito con il suo compagno Sandor dopo una vita di stenti e di fughe dalla persecuzione, perchè Sandor era per…
Polpettone a metà strada tra Fellini e Cabaret, con qualche pizzico del bergmaniano L'uovo del serpente e del Mephisto di Szabó, senza avere né la vitalità né la serietà di alcuno dei modelli citati. Coproduziono italo-ungherese fiacca e pedestre, probabilmente destinata alla televisione già in partenza, che non sa sfruttare il buon cast a disposizione.
Piccolo e modesto spaccato, pure interessante, del periodo precedente al secondo conflitto mondiale; un po' troppe canzoni e numeri di varietà intervengono a farcire la sostanza del film, comunque non tantissima. Mastroianni sa quello che fa ed è una sicurezza non da poco in un prodotto così traballante. Resa soltanto parzialmente l'atmosfera soffocante degli eventi del periodo.
Mastroianni nell'ultimo decennio della sua carriera prese a fare scelte internazionali, ma mai di un cinema commerciale. La sua presenza serviva a dare credibilità a produzioni che altrimenti non avrebbero potuto aspirare ad un respiro internazionale e tutto questo glielo dobbianmo riconoscere, solo che alle volte certe sceneggiature o regie non mantevano le premesse che sulla carta davano…
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Commenti (2) vedi tutti
Ottima prova di Mastroianni da riscoprire, film sottovalutato
commento di Andre1911Una "storia vera" avvincente e drammatica, interpretata da un Marcello Mastroianni con la sua consueta bravura. Non mancano i risvolti sentimentali, l'amore, i tradimenti. Ma su tutto, anche sugli orrori della guerra, risplendono i fasti di un Musichall, l'Arizona, dal fascino irripetibile.
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