Regia di Andrei Tarkovsky vedi scheda film
"Andrej Rubliov" è un capolavoro e non c'è molto da dire, se non che bisogna vederlo. Dura tre ore e non è esente da difetti, ma è uno di quei rari film che abbinano un'idea forte e sofferta (in poche parole, ma davvero poche: la vocazione e il compito dell'artista) a una resa spettacolare che definire eccellente è poca cosa. Il Medioevo barbarico (e tartarico) russo è reso con una messinscena senza pari, che non rifugge né dai preziosismi né dalla violenza più brutale, che ha ad oggetto indifferentemente uomini e animali. Sono già presenti, qui, gli elementi ricorrenti del cinema di Tarkovskij: la neve, i cavalli, l'acqua che scorre; ma soprattutto è essenziale il ruolo dell'artista, affrontato dal punto di vista del messaggio evangelico, dalla parabola dei talenti alla lettera di San Paolo dove si dice che senza la carità anche l'artista o il sapiente più grande è soltanto "un bronzo che risuona" (Lettera ai Corinzi, 13, 1), e non bisogna dimenticarci che il regista parlava nell'Unione Sovietica della "normalizzazione" brezneviana. Un film da vedere per lasciarsi trasportare, per tre ore, lungo gli itinerari spirituali del Maestro russo. (29 giugno 2008)
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