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Another Happy Day

Regia di Sam Levinson vedi scheda film

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La recensione su Another Happy Day

di supadany
4 stelle

Pellicola premiata a suo tempo per la miglior sceneggiatura al Sundance Film Festival (premio che personalmente contesterei pur non sapendo quali erano gli altri film presenti) che mostra una famiglia allargata come poche completamente devastata dal passato come dal presente con situazioni di vario stampo che abbracciano un ampissimo arco di problematiche.

In occasione di un matrimonio una famiglia si ritrova riunita ed al completo dopo tanto tempo.

Lynn (Ellen Barkin) ritrova l’ex marito Paul (Thomas Haden Church) che da tempo immemora vive con Patty (Demi Moore).

Tra le due donne c’è un profondo astio accentuato in Lynn dai problemi dei figli del suo secondo matrimonio, tra cui uno psicopatico Elliott (Ezra Miller) e del primo, Alice (Kate Bosworth) che rivede il suo padre genetico dopo tanto tempo.

In tutto questo panorama, nel quale non mancano screzi ad ogni latitudine, gli unici normali sono i due sposini che non possono che vedere quanto accade intorno a loro.

La famiglia è al collasso più totale in questo film che mostra una serie di caratteri problematici e contrapposizioni decisamente marcate, probabilmente pure troppo per fornire un quadro che possa essere recepito fino alla sua radice.

Tanti personaggi che risultano anche interessanti che si muovono tra considerazioni toste (come quella di Elliott per cui il dolore avvicina le persone molto più dell’amore) ed altre troppo urlate e forzate (alcuni battibecchi tra Lynn e Patty sono troppo sovraccaricati) per un insieme che pur vantando sempre nuovi innesti (i personaggi vengono introdotti gradatamente) fatica a trovare una continuità significativa.

Ed il finale (il galà matrimoniale) parte sembrando di essere una resa dei conti devastante, ma poi, pur nel silenzio conclusivo segnando una sorta di pietra tombale sull’istituzione famigliare a tutti i livelli, non convince e non offre una chiusura del cerchio degna di tal nome.

Film dunque che si articola tra alti e bassi (con soluzioni per lo più estemporanee), che si giova di un cast particolarmente rilevante, ma che finisce per lo più imbrigliato dalla materia che tratta in modo un po’ troppo caotico.

Isterico.

Su Sam Levinson

Inscena una vicenda che richiama un largo spettro di umanità, ma non riesce sempre a gestirle con il dovuto tatto.
Discutibile.

Su Ellen Barkin

Ci mette tutta se stessa, non per niente figura tra i produttori, ma il personaggio a volte scade anche pesantemente.
Coraggiosa, immersa nella vinceda, ma anche un pò penalizzata.
Più che sufficiente.

Su Ezra Miller

Sovra esposto in parti da ragazzo problematico.
Però c'è un motivo, ovvero funziona.
Volto interessante, personaggio che ha alcuni lampi.
Discreto nel complesso.

Su Kate Bosworth

Personaggio vulnerabile non impresso a dovere fino in fondo.
Sufficiente.

Su Demi Moore

Tira fuori le unghie e mette in mostra una forma fisica sbalorditiva.
Più che sufficiente.

Su Thomas Haden Church

Un pò compassato, ma il suo personaggio è schiacciato tra le donne.
Sufficiente.

Su George Kennedy

Nei panni del nonno malato.
Ruolo ordinario svolto in maniera egregia.

Su Ellen Burstyn

Sempre una gran donna, qui destinata a cercare di gestire equilibri più che precari.
Sicura, ma non determinante.

Su Michael Nardelli

Ruolo limitato e semplice.
Sufficiente.

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