Regia di Miranda July vedi scheda film
Una coppia decide di adottare un gatto, gli eventi che seguiranno la decisione li travolgeranno.
Si potrebbe sintetizzare così The future ma di certo non si direbbe nulla di questo film che MIranda July ha scritto, diretto e interpretato riuscendo a tradurre per lo schermo il suo linguaggio stralunato di artista con attitudine al surreale.
La July si cuce addosso il personaggio di un'insegnate di danza, dalla fisicità di un palo del telefono, un po' goffa e senza ispirazione, che non ha ancora trovato sé stessa.
La necessità di mettere ordine in un'esistenza che senza fare troppi convenevoli le sta scivolando via senza troppo rumore e la realizzazione di non riuscire ad esprimersi come vorrebbe a livello professionale, la spingono a cercare rifugio tra le braccia di un uomo maturo e concreto (casa, famiglia, lavoro).
Sarà una maglietta gialla che striscia nella notte a riportarla sulla retta via della sua "diversità" e che metterà fine al sogno di una vita "normale", che probabilmente non le è mai appartenuto.
L'ex compagno intanto, sconvolto dall'annuncio della separazione e incapace di affrontare la fine della storia, ferma il tempo, restando immobile per giorni, cercando di superare l'inaccettabile realtà.
La vicenda si dipana parallelamente alla convalescenza del gatto dal veterinario, che attende fiducioso i suoi nuovi padroni che lo riportino a casa.
L'epilogo sarà struggente.
Se già la storia, così riassunta a grandi linee, presenta aspetti decisamente irrazionali, il soffermarsi sul particolare diventa l'espediente per tuffarsi in piccoli universi costruiti con la mano ispirata, come la sequenza delle due amiche incinte delle quali in pochi secondi vediamo tutta la vita.
Ma soprattutto c'è il gatto. Ecco, il gatto.... a me i gatti sono sempre stati sulle palle ma questo qui, che per altro si vede mezzo secondo, di sfuggita mi ha letteralmente conquistato.
La voce del gatto (sempre della July) è letteralmente irresistibile, non si può non adorare immediatamente Paw-paw e le sue considerazioni sulla vita, la solitudine, l'amore, la vita e la morte, sull'essenza stessa della vita.
Il film a me è piaciuto molto, una piccola opera d'arte sugli esseri umani e i loro difetti, ma sono consapevole che in molti potrebbero odiarlo per tutta una serie di motivi che in altre occasioni avrebbero fatto andare in bestia anche me... Lo stato quasi perennemente catatonico dei protagonisti, parecchi momenti in cui il silenzio si protrae oltre misura e la pettinatura riccetta di lei... che ti verrebbe di inforcare spazzola e phon e di improvvisarti parrucchiera per renderla presentabile in pubblico.
Insomma da vedere, lasciandosi trasportare...
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