Regia di Peter Farrelly vedi scheda film
L’Hall Pass del titolo (originale) è quella che Maggie e Grace concedono ai mariti Rick e Fred: una settimana di libera uscita in cui gli uomini metteranno inconsapevolmente in atto la “teoria della reattanza”, ossia la possibilità di fare ciò che si vuole per scaricare quella perpetua insoddisfazione di non essere più liberi di fare ciò che si faceva da scapoli. Altrettanto inconsapevolmente Maggie e Grace daranno vita a loro volta ad una settimana di “libera uscita”…
I Farrelly ci insegnano in un colpo solo che gli uomini pensano sempre al sesso, che la teoria della reattanza esiste, che le donne fingono quando sono a letto e che esiste la regola delle “cessamiche”. Tutte cose che avevamo capito dai film precedenti o che, più probabilmente, sapevamo già per conto nostro. Con la usuale e già nota nonchalance espressiva, i registi, nonché sceneggiatori, inscenano le solite gag fondate su sesso e discriminazione che, è innegabile, hanno un loro pubblico, pronto a seguirli e magari a non vomitare quando con uno starnuto una ragazza spruzza deiezioni contro le pareti di una stanza da bagno; oppure che trova comica la battuta di Wilson che invita un superdotato nero che gli minaccia la bocca ed un pisellino irlandese a distanza di sicurezza ad invertirsi di posto…
Dejà vu continuato, nulla di originale, il marchio di fabbrica (a volte scritto con la cacca, a volte con lo sperma, nella migliore ipotesi con il muco) di un cinema che ormai ha stancato.
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