Regia di Jay Gammill vedi scheda film
Il diciassettenne August è un ragazzo come tanti, ma la sua timidezza e la sua insicurezza lo convincono che in lui c'è qualcosa che non va: i coetanei a scuola lo scansano lo vessano e lo prendono in giro, mentre il suo unico amico Justin alla prima occasione utile gli soffia April, la ragazza su cui lui aveva messo gli occhi da tempo e alla quale non aveva mai trovato il coraggio di dichiararsi.
August ha talento per i programmi di grafica, tanto che i compagni gli sottopongono scatti da modificare o su cui applicare ipotetici lifting. Ma la prima cosa da cambiare, secondo August, è proprio la sua (normalissima) faccia: così, guardandosi allo specchio, inizia ad immaginarla diversa. E allora perché no? L'idea dell'intervento di chirurgia plastica diviene presto un'ossessione, nella convinzione che con un aspetto migliore i ragazzi inizieranno a rispettarlo e le ragazze smetteranno finalmente di ignorarlo. Ma è davvero così semplice? Basta davvero un lifting per acquisire autostima accettare sé stessi e farsi accettare dagli altri?
Nel 2007 Jay Gammill (attualmente alle prese con il suo primo lungometraggio, Free Samples con Jesse Eisenberg) era uno studente di cinema della University of Southern California, e August, prima di iniziare a girare per i festival, era semplicemente la sua tesi di laurea, un cortometraggio forse non originalissimo e con qualche difetto ascrivibile probabilmente ai limiti produttivi, ma di certo incoraggiante, il cui maggior pregio, al di là della buona storia dei dialoghi calzanti e della recitazione accettabile, è la sua regia sicura ed incisiva: abile nel creare tensione caricando di pathos ogni fotogramma con buoni movimenti di macchina e un uso intelligente del sonoro, temerario nel forzare la mano con qualche effetto visivo forse non eccelso (le scene col protagonista che si guarda allo specchio) ma comunque del tutto adatto al contesto, coerente e funzionale, Gammill trascina lo spettatore in un tour de force emozionale che restituisce l'ansia costante l'affollamento di pensieri e la crescente confusione mentale con cui il ragazzo affronta ogni minima difficoltà. Il suo August avvince e convince trattando la progressiva disgregazione della personalità del protagonista con i ritmi i tempi e le atmosfere del thriller psicologico.
Questo regista ha buone potenzialità, e l'età è dalla sua parte.
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