Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Paul Schrader, sceneggiatore straordinario (Yakuza, Taxi driver, Complesso di colpa, Toro scatenato etc.), con Mishima ci consegna il suo film, a mio parere, più riuscito. Vita e morte (tramite il rituale del seppuku) di un uomo dai molteplici contrasti: un suicida ossessionato dalla morte; un padre di famiglia devoto con tendenze omosessuali (la famiglia Mishima, inizialmente, collaborò alla realizzazione del film, ma quando la richiesta di rimuovere la scena del gay bar non venne accolta, ritirò il proprio supporto); uno scrittore che dovette constatare l'insufficienza delle sue stesse parole e un uomo, imbevuto di patriottismo, che anelava il ritorno a un passato di gloria imperiale del proprio Paese, ma che vide tutto ciò franare a causa del progresso e della modernizzazione.
Con una messinscena straordinaria, in virtù sia delle scenografie di Eiko Ishioka che della fotografia di John Bailey, il regista riesce a evitare le insidie del personaggio, pur non tralasciandone i lati controversi, affrontandolo senza ridondanze sensazionalistiche.
Il film non è mai uscito nelle sale giapponesi e i finanziatori nipponici, a causa delle pressioni della vedova Mishima, a tutt'oggi, negano ogni addebito. Tuttavia, è stato trasmesso in televisione (con la scena del gay bar rimossa) ed è stata legalizzata l'importazione del DVD.
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