Regia di Catherine Hardwicke vedi scheda film
Lasciati da parte i vampiri esangui di “Twilight”, Catherine Hardwicke, un tempo regista anche di buoni prodotti (vedasi per esempio “Lords of Dogtown”), passa ai lupi mannari mantenendo un target pro teenager lasciando troppo spazio ad un’innocua storiella amorosa (a tre) svilendo quello che poteva essere un felice contesto horror.
Valerie (Amanda Seyfried) è una ragazza indomita promessa sposa ad un ragazzo benestante, ma a tutti gli effetti da sempre innamorata di un altro.
Intanto il loro villaggio finisce sotto le mira di un lupo mannaro che dopo anni di tranquillità ha ricominciato ad uccidere esseri umani costringendo i locali a chiamare un esperto in materia (Gary Oldman) per risolvere un problema che giorno dopo giorno si fa sempre più assillante.
Poveri noi, negli ultimi anni Hollywood sta riuscendo a far sfigurare mostri di ogni tipo immergendoli in situazioni al limite del paradossale in mescolotti senz’anima e costrutto.
Così in questa circostanza invece di puntare alla valorizzazione del versante thrilling, che avrebbe avuto davvero tante possibilità di sviluppo creativo (e che comunque tra le righe qualcosa lascia anche intravedere), si finisce più col concentrarsi su legami sentimental-famigliari raccontati in maniera spiccia e a tratti anche pacchiana.
Ed è un peccato perché quando il dubbio sulla multi forma del lupo mannaro (l’essere è tra di noi da sempre, chi sarà?) si fa concreto, basta già uno sguardo languido o perturbante per creare un po’ di disagio e la speranza che qualcosa negli equilibri si modifichi si fa reale, purtroppo basta giusto un attimo, anche per colpa di una sceneggiatura scritta in modo sbrigativo, per farci tornare coi piedi per terra (insieme alle braccia che cadono).
E in questo panorama troviamo situazioni grottesche, momenti degni di un vero e proprio scult, con alcuni dialoghi aberranti, come quando l’amica inveisce contro Valerie messa come esca per la bestia, e citazioni della popolare fiaba gettate nel calderone che non possono che far giungere un sorriso fuori posto che non era certo l’obiettivo di partenza.
Così alla fine ci si chiede come un attore del calibro di Gary Oldman possa essere capitato in un film(ino) del genere e ci si arrabbia pure di più anche per cotanto spreco.
Dunque un film che a parte qualche suggestione ed un’ambientazione tutto sommato congeniale riesce a sprecare tutto lo sprecabile nel segno della peggiore tradizione recente di distruzione di miti fantasy (i lupi mannari) e fatti di carne ed ossa (Gary Oldman).
Semplicemente mediocre.
Lasciati perdere i vampiri riesce a far peggio con i lupi mannari.
Evidentemente il contesto fantasy (annacquato) non fa proprio per lei.
Già bocciato solo per il fatto di aver partecipato ad un film così modesto.
Mi chiedo, avrà letto la sceneggiatura prima di accettare?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Non sarebbe nemmeno così malaccio, però il suo personaggio è costretto a partecipare ad alcune scene e dialoghi aberranti.
E non è la prima volta (vedi "Letters to Juliet"), in attesa della maturità (ci faranno mai vedere "Lovelace"?).
L'avevo dato per desaparecidos e forse sarebbe stato meglio così.
Poco convincente lui ed ancor meno il suo personaggio.
Ruolo di contorno, è la madre di Valerie.
Senza infamia e senza lode (ed è già qualcosa).
Con un paio di occhiate riesce a far tremare i polsi.
L'elemento migliore del cast.
Impettito e scelto per figurare come "sex symbol" della situazione.
Rimandato (non so se a settembre o direttamente al mittente).
Nei panni del buzzurro del villaggio che uccidendo un lupo crede ciecamente di aver fatto fuori da solo il lupo mannaro (non sarebbe stato troppo semplice risolverla così dopo anni di paure?).
Prova a recitare (d'altronde è pur sempre il figlio di Jeremy Irons), il che stona pure un pò con l'aridità del contesto.
Sufficiente.
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