Regia di Gianluca Sulis vedi scheda film
La vittoria della natura sul progresso, l’acqua, antichi rituali in una dimensione poetica e surreale. Gianluca Sulis torna alla regia riprendendo temi e simboli già presenti nel precedente La fontana di Morù, ma questa volta sceglie di misurarsi con un film politico di un’attualità disarmante. Racconta la storia di Marco, laureatosi a pieni voti, finito in un call center, alle prese con la seconda laurea, che si mantiene agli studi facendo il clown. Marco che rapisce un annoiato professore universitario e un politico cinico e corrotto, gesto disperato di una generazione, e più, a cui hanno tolto tutto, anche i sogni. Non si erano ancora arrampicati sui monumenti italiani i tanti studenti di cui Marco e i suoi amici sono parte per il tutto. Non erano ancora saliti così in alto, quando Sulis scriveva il suo
A Morte!, rabbia che invece di farsi cieca si fa cultura. «Al loro posto» ammette il docente rapito «io l’ammazzerei uno come me!». Altri tempi, altra generazione - visti gli eventi dell’ancora più recente 14 dicembre -, tocca dire speriamo. Quella di oggi, ripetono a cantilena i ragazzi di Sulis, vuole alberi, mucche e pagliacci. Come Antoine Doinel, sul finale preferisce il mare.
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