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Source Code

Regia di Duncan Jones vedi scheda film

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La recensione su Source Code

di champagne1
7 stelle

Il '900, oltre a guerre e distruzioni, ha regalato ai posteri due teorie per l'interpretazione della realtà fisica, molto complesse e peraltro in molti aspetti fra loro contrastanti al punto che il dibattito scientifico è farraginosamente lento per la enormità delle questioni che nascerebbero da un approfondimento critico. Sto parlando della Teoria della Relatività di Einstein e della Meccanica Quantistica di Bohr.

Da non esperto del settore, mi limito ad osservare la ricaduta in termini di cultura pop di quei principi fisici come in particolare nel cinema di fantascienza e ovviamente nel grande capitolo dei viaggi nel tempo.

Se mi posso permettere di sintetizzare, i filoni di genere utilizzati affrontano la questione sotto 3 diverse prospettive:

1) il Tempo è un unicum e se torno indietro nel tempo una qualunque interazione è capace di modificare in qualche modo il futuro;

2) il Tempo è già avvenuto e tutto quanto si faccia (anche il tentativo di cambiarlo) servirà solo a confermarne gli eventi;

3) il Tempo è una variabile che, asseconda degli eventi, prende tutte le direzioni ad essi conseguenti, configurando sviluppi nuovi solo apparentemente simili, peggiori o migliori rispetto a una linea base, in un cosiddetto universo parallelo.

 

 

Source Code parte dall'assunto che alla morte di una persona il cervello emetta un campo elettromagnetico per circa 8 minuti e che dentro il campo ci sia la possibilità di riavvolgere il nastro di quegli ultimi minuti.

L'interesse del film sta però nell'evitare di fare lezioni teoriche e nel concentrarsi negli sviluppi di quella possibilità relativa al rivivere gli stessi 8 minuti, che il protagonista - pendolare su un treno locale -  deve utilizzare per scoprire l'attenattore che sta per uccidere più di cento passeggeri. Con l'alone della situazione fantascientifica "old style", si gioca con ritmo sostenuto a narrare una storia fra azione, thriller e persino un pizzico di romanticismo, grazie alla caratterizzazione di personaggi ben recitati e arrivando al colpo di scena finale.

 

 

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