Regia di Duncan Jones vedi scheda film
Classica produzione americana per un pubblico di bocca buona, che può tuttavia vantare un paio di carte giocate bene. La vicenda raccontata non sta in piedi neppure con la più fervida fantasia. Un uomo, a quanto pare già morto, è chiamato da non bene specificate altissime autorità di Stato a rivivere ripetutamente un attentato ad un treno diretto a Chicago. Massacrati tutti i passeggeri, protagonista compreso, ma si da per accertato che, dopo la morte, il nostro cervello ricordi e continui a vivere per otto minuti. Accettando di partecipare ad un esperimento, che lo rinvierà a più riprese a rivivere gli otto fatidici ultimiotto minuti, il nostro eroe potrà evitare altre stragi e, a quanto pare, anche quella che già si è verificata. Lieto fine, con insulsa storia d’amore in omaggio. Siamo al colmo dell’improbabile, ma il film si lascia guardare dall’inizio alla fine. Perché? La trama fa acqua da tutte le parti, ma si riallaccia ad una riuscitissima commedia degli anni ’90, “Ricomincio da capo”, quella in cui il protagonista (un gigantesco Bill Murray), non si sa per quale motivo, riviveva ogni giorno gli eventi del giorno prima. Qui, accade in un certo senso la stessa cosa ma su un registro drammatico e fantascientifico che si fa via via ripetitivo per arrivare ad un finale a dir poco tirato per i capelli. Da salvare restano alcuni effetti speciali e la fotografia, decisamente accurata in particolare nelle riprese di Chicago dall’alto e del treno in corsa. Il film è senza dubbio spettacolare e piuttosto rapido nel svolgimento, ma per me si mantiene lontano dalla sufficienza.
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